In attesa della nuova stagione in pista, l'atletica ripercorre quanto accaduto nei mesi precedenti. Occorre incoronare re e regina del 2017, tradizionale appuntamento con sede a Montecarlo al tramonto di novembre - il 24. Note da qualche ora le candidature, sei atleti - tre al femminile e tre al maschile - in corsa per l'importante riconoscimento. Tra le donne, Ekaterini Stefanidi, imbattuta all'aperto nell'asta e già eletta atleta europea per la stagione trascorsa, va al duello con Almaz Ayana, etiope in grado di rivoluzionare di recente il mezzofondo, specie sui 10.000, e Nafi Thiam, specialista delle prove multiple. Tra gli uomini, invece, Mutaz Barshim, in grado di risolvere i problemi dovuti al cambio di rincorsa e di monopolizzare l'alto, accarezzando nuovamente quote da primato, Wayde Van Niekerk, il campionissimo capace di riscrivere la storia del giro di pista, e Mo Farah, apprezzato nel contesto di casa all'ultima recita di carriera. A sciogliere le riserve sui partecipanti, tre votazioni via e-mail, coinvolti i consiglieri Iaaf (50%), la famiglia della Iaaf (25%) e il pubblico degli appassionati (25%).

Finalist for the #AthleticsAwards

World champion, European indoor champion, Diamond league champion@KatStefanidi pic.twitter.com/7TXbFM7JPW

— IAAF (@iaaforg) 7 novembre 2017

A destare scalpore, ovviamente, è l'esclusione di Maria Lasitskene. La situazione della Russia, immersa nella bufera doping, svolge in questo senso ruolo cruciale, ma "rinunciare" alla fuoriclasse dell'alto fa storcere il naso a molti. Un dominio assoluto ed incontrastato, un margine sulla concorrenza impressionante. Sfida al passato, a quote lontane nel tempo. 2.06, con reiterati attacchi ai 2.08. Replica di classe, consegnata ai social. Il ranking mondiale di All-Athletics, come riporta la GDS in edicola martedì, pone la Lasitskene oltre le colleghe, non può essere altrimenti. 

Occorre invece ricorrere ad altre variabili per spiegare la mancata scelta di altri fuoriclasse dell'atletica. Al femminile, stuzzicano i nomi di Wlodarczyk - n.1 del martello - Semenya - al centro di diversi interrogativi - e Obiri - mezzofondista keniana esplosa definitivamente nel 2017. Al maschile, impossibile non citare il meraviglioso Taylor, maestro del triplo, così come Manyonga, costantemente oltre gli 8.60 nel lungo, e Kendricks, ragazzo sorridente, disponibile, abile a sbarrare la strada a Lavillenie nell'asta. 

Facile puntare il dito, senza dubbio, ma mai come in questo è lecito porre alcune domande.