Dopo la sbornia di domenica sera, è servita una notte per recuperare la lucidità di pensiero e portare l'impresa di Federica Brignone, Sofia Goggia e Marta Bassino nella sfera della razionalità.
La razionalità: quel ponte che collega i sogni al mondo reale, un ponte che molto spesso è vittima della fragilità delle circostanze avverse, delle azioni degli altri e dei loro sogni. Probabilmente, anzi sicuramente, se avessimo una sorta di De-Lorean per tornare allo scorso ottobre rideremmo nel guardare le nostre facce cupe e rassegnate pensanti alla neonata stagione 2016/2017 di sci alpino; eppure oggi siamo qua, con un hangover tremendo da gestire.
Le migliori serate però si sa', lasciano sì ricordi eccitanti e adrenalinici ma anche velati (e talvolta anche pesanti) rimorsi di coscienza. La serata di domenica è stata "straordinaria", "extra-ordinaria": fuori dall'ordinario. Ma ne siamo così sicuri? Siamo sicuri che l'"ordinario" di cui stiamo parlando non potesse avere, almeno fino a domenica, la possibilità di attraversare il ponte della razionalità?
Per chi le gare di questa stagione le ha viste tutte, quella di domenica è stata una liberazione (Gianmario Bonzi di Eurosport con la sua telecronaca ha incarnato alla perfezione questo sentimento). Per chi le gare le ha viste tutte, le basi di quel ponte, di cui sopra, si stavano già posando a cavallo di natale quando il meraviglioso agonismo di Sofia Goggia aveva risposto a chi la vedeva come meteora nel firmamento delle grandi. Sofia è un fenomeno, punto. E chi scrive preferisce, caratterialmente parlando, cento volte il suo fuoco alla freddezza di chi è un computer programmato alla vittoria.
A natale, poi, Marta Bassino sciava, e lo ha fatto per tutto l'anno, come poche tra le porte larghe: leggerissima, con una rotondità di curva che fa parlare il cronometro e con uno stile tra i più belli di tutto il circuito. Marta è come la primavera, silenziosa ed emozionante, come una primula che buca la neve per portare la nuova stagione.
Federica Brignone, invece, a natale era l'ombra di sé stessa. Il sorriso, Federica, era come se lo avesse smarrito da qualche parte nella stagione 2015/2016. Ci è voluta la scossa di San Vigilio di Marebbe per accenderne le caviglie gentili e la solidità sugli appoggi. Federica è come gli AC/DC, corrente alternata/corrente continua, ti devasta quando si accende e ti lascia un vuoto rumoroso quando la chitarra smette di suonare.
Che cosa sarebbe stato senza le cadute di Sofia... che cosa sarebbe stata una Federica in palla per tutto l'inverno... cosa sarebbe stato con una Marta più "cattiva"... I famosi rimpianti da sbornia. Chissenefrega. Come sempre, le coppe, le hanno vinte le più forti, giusto così.
Il compito più difficile ora spetta ai nostri tecnici, Gianluca Rolfi, Damiano Scolari, Alberto Ghezze e Luca Liore: sarà una stagione di allenamenti che, dopo un fantastico lavoro improntato sulla qualità, dovrà puntare all'eccellenza per coloro che ai livelli di Worley, Gut, Shiffrin (Slalom escluso), Vonn, Veith (tornerà) hanno dimostrato di poter stare. Il resto delle nostre ragazze sono il meglio che un direttore d'orchestra possa desiderare: Elena e Irene Curtoni, Elena e Nadia Fanchini, Johanna Schnarf, Verena Stuffer, Francesca Marsaglia possono accompagnare le tre soliste alla stagione della verità, quella, per intenderci, non solo a cinque cerchi ma che vedrà le nostre tre regine gestire una nuova pressione. Esaltante!
Lo sci alpino adesso va' a dormire. La tripletta firmata dalla valdostana, dalla bergamasca e dalla piemontese è stato il bacio della buonanotte che apre ai sogni dei bambini, ai sorrisi involontari e al caldo tempore del sonno. Passeranno una primavera e un'estate, le ragazze si alleneranno ripercorrendo l'ultima, meravigliosa stagione, consapevoli, ora, di essere forti e di avere compagne altrettanto forti: nulla di meglio. Le altre nazioni hanno prime donne, una punta acuta, noi, finalmente, uno squadrone. Le basi di quel ponte sono solide, abbiamo sette mesi per costruirlo e per trasferirci, tutti insieme, in un mondo fatto da medaglie e da cristallo.