In un mondo agonistico ideale lo spettacolo (fusione tra gaudio del pubblico ed esaltazione degli atleti) prevarrebbe su ogni altra logica per fornire prestazioni elevate. In un mondo agonistico ideale una manche come la prova di Super G di Crans Montana, valido per la Supercombinata femminile, esattamente come la seconda manche del Gigante di Semmering dello scorso dicembre, non si sarebbe dovuta disputare. Una gara ai limiti del ridicolo e dell'imbarazzo.
Cronologia. Già da ieri si poteva ipotizzare un andamento irregolare della competizione: 14 gradi, tanto sole e neve che si squagliava con le insolite temperature primaverili. Poi, tutto d'un tratto, il crollo delle temperature e addirittura una leggera nevicata nella notte che non ha permesso ai volontari di preparare in modo perfetto la pista. Se a questo ci aggiungiamo la fitta nebbia con cui le atlete hanno fatto la ricognizione mattutina, ecco che il quadro generale delle premesse prende toni cupi. La gara è partita comunque alle 10.30, ma dopo le prime tre cadute i commissari hanno deciso di fermare le atlete e di ricominciare il Super G (con partenza abbassata) alle 11.30, rimettendo in gara anche le atlete cadute.
La pista. Ecco quindi che per far fronte alle condizioni avverse gli organizzatori sono stati costretti a spargere (anche con l'ausilio dell'elicottero) grosse quantità di sale sul manto nevoso. Il motivo è presto detto: esattamente come sulle nostre strade, il sale viene sparso sulle piste in modo tale da forzare una reazione chimica spontanea che sottrae calore all'ambiente raffreddandolo. La controindicazione di questa procedura risiede però nel creare un fondo non tanto solido per permettere degli appoggi sicuri per le lamine degli sci: in poche parole il manto si spacca e in curva, alle velocità della coppa del mondo, il rischio è elevato.
La gara. Il risultato di tutto ciò sono le sole 10 atlete, tra le prime 20, ad aver raggiunto il traguardo (19 sulle 30); la squadra americana che decide di non partire (Vonn lo ha annunciato direttamente dal proprio profilo Twitter) e prove tecniche al limite dell'imbarazzo per molte atlete.
Al comando, nonostante tutto, c'è Ilka Stuhec che ha chiuso con il tempo di 1'.10''.50''' precedendo una bravissima Federica Brignone di +0.50''' e una sorprendente Michaela Kirchgasser di +0.69'''. Fuori Goggia, Worley, Gisin e Scheyer tra le altre, per una classifica che sicuramente vedrà sconvolgimenti nella seconda manche di Slalom Speciale prevista per le 14.30.
La chiusura ideale? La manche di Slalom verrà tracciata dall'allenatore americano e le americane hanno rinunciato a prender parte alla gara.
Tanto spettacolo.
Ilka Stuhec (SLO) | 1:10.50 |
Federica Brignone (ITA) | +0.50 |
Michaela Kirchgasser (AUT) | +0.69 |
Marie-Michele Gagnon (CAN) | +1.14 |
Priska Nufer (SUI) | +1.15 |
Marusa Ferk (SLO) | +1.21 |
Elena Curtoni (ITA) | +1.27 |
Ragnhild Mowinckel (NOR) | +1.39 |
Ricarda Haser (AUT) | +1.54 |
Johanna Shanrff (ITA) | +1.66 |