Cielo bianco, meno 6 gradi alla partenza e tanto pubblico su tutto il percorso: il Super G apre il mondiale maschile a St. Moritz ed è un grande spettacolo. La gara è molto incerta, complice una tracciatura molto andante (per chi non mastica sci alpino significa che si sviluppa sulla linea della massima pendenza) e un manto non troppo duro a causa della fitta nevicata accorsa sulla località elvetica la scorsa domenica. A dispetto di quanto accaduto per la gara femminile, però, il podio non è (fino ad un certo punto) una sorpresa: Erik Guay conquista l'oro, davanti a Kjetil Jansrud (+0.43) e a Manuel Osborne-Paradis (+0.51), che si fa così un super regalo di compleanno (proprio oggi sono 33 anni).
Tranelli. La difficoltà principale della pista consiste nel gran numero di curve cieche: è un tracciato che va ricordato centimetro per centimetro, trovando riferimenti fissi che la visibilità totalmente piatta impedisce di individuare. In questo "latte" il migliore è il canadese Erik Guay. Impeccabile la prova del campione del mondo di discesa a Garmisch nel 2011, diventato oggi il più anziano sciatore di sempre a vincere un oro mondiale, che legna tutta la concorrenza nel tratto alto del percorso, pennellando le curve e trovando le coordinate giuste sui salti. Guay non è una sorpresa (persino Peter Fill alla vigilia lo aveva indicato nel lotto dei favoriti) ma sicuramente sbalordisce tutti: solo un quinto posto in Super G quest'anno e soprattutto un volo terrificante due settimane fa proprio a Garmisch lo avevano portato al cancelletto di partenza decisamente in sordina. E invece è oro.
Guastafeste. Guay, e soprattutto Osborne-Paradis, rovinano la grande giornata dello sci norvegese. Il mondiale è questo, basta un raggio di sole per sparigliare le carte: è quello che succede in concomitanza con la prova di Osborne-Paradis che scaraventa fuori dal podio il norvegese Kilde. È così che la festa norvegese diventa la festa canadese.
Amaro. Inutile invece fare giri di parole per quel che riguarda gli italiani: il mondiale azzurro inizia decisamente male. Ieri Goggia e oggi Paris e Fill deludono. Lontanissimi gli azzurri, nono Paris a +1.02, undicesimo Fill staccato di 1.11 secondi e diciottesimo Casse a quasi due secondi di margine dall'oro. Le attenuanti ci sono (per Fill un pettorale basso, per Paris un disorientamento generale sui salti) ma la sostanza non cambia: dopo due gare, e con le premesse con cui partivamo, siamo inchiodati a zero nel medagliere. Possibilità per rifarsi ci sono, ma bisogna cercare di abbassare la pressione e alzare il livello delle prestazioni.
1 14 GUAY Erik 1:25.38
2 9 JANSRUD Kjetil 1:25.83 +0.45
3 26 OSBORNE-PARADIS Manuel 1:25.89 +0.51
4 13 KILDE Aleksander Aamodt 1:25.92 +0.54
5 1 KRIECHMAYR Vincent 1:26.26 +0.88
6 8 PINTURAULT Alexis 1:26.28 +0.90
7 6 SANDER Andreas 1:26.35 +0.97
8 19 JANKA Carlo 1:26.37 +0.99
9 7 PARIS Dominik 1:26.40 +1.02
10 17 REICHELT Hannes 1:26.47 +1.09