Meno tre. Mancano tre giorni all'inaugurazione che darà il via ai Mondiali di sci alpino di Saint Moritz e gli azzurri scalpitano. Una squadra, quella maschile, che negli ultimi grandi appuntamenti è sempre stata sull'orlo della sufficienza, salvata dalle sporadiche "invenzioni" di Innerhofer e dall'exploit olimpico di Giuliano Razzoli. Questa volta però il discorso è diametralmente opposto e solo in parte ricalca quanto già detto per le quote rosa della sezione italiana. A differenza delle donne, gli uomini, non hanno una stella (come la Goggia) e tante buone frecce su cui puntare: la "Valanga" azzurra si compone di buoni interpreti che, se in giornata, possono stare davanti a tutti. Talento sì, ne abbiamo, ma che ha bisogno di condizioni ideali per brillare; per dirla in parole semplici: speriamo si alzino tutti quanti con il piede giusto quando sarà il loro turno. 

Coraggio come quello di Innerhofer. Speriamo che l'azzurro si riprenda dall'infortunio alla tibia rimediato proprio in occasione del Super G di Kitzbuhel.

Discipline veloci. Per fortuna che a rompere il ghiaccio ci saranno gli uomini jet. La loro prova può determinare, a livello di umore e di carattere, l'intera campagna iridata. In Discesa e Super G possiamo vantare due fenomeni di primissimo piano quali il dominatore della Streif Dominik Paris e l'attuale leader di specialità in Coppa del Mondo, Peter Fill. Insieme a Christof Innerhofer (che dio conservi la sua schiena e ripari il suo perone) loro sono le vere grandi speranze di medaglia in terra elvetica. Risultati, una buona costanza e una concorrenza non agguerritissima sono i fattori, non determinanti, che ci porteremo a Saint Moritz. Il loro entusiasmo può essere la leva in grado di innescare tutto il resto della compagine.

Gli uomini-jet apriranno le danze. Dominik Paris è carico.

Discipline tecniche. Staccandoci dalla velocità si entra decisamente nel campo delle "imprese sportive": sì, perchè è vero che Manfred Moelgg è terzo nella classifica di slalom e Stefano Gross, nella medesima disciplina, ha ottenuto podi e piazzamenti onorevoli, ma per il primo il periodo magico, culminato nella vittoria in notturna a Zagabria, sembra essersi via via assopito (la carta d'identità recita 3 giugno 1982, non si può pretendere che regga una stagione intera sui livelli dei fenomeni Hirscher e Kristoffersen) e per il secondo emergono dubbi inerenti alla sfera emotiva. Grande carica e fiducia spesso lo hanno tradito. Thaler e Razzoli prenderanno il via nello Slalom Speciale: e nessuno corre per perdere. Speriamo.

Decisamente più dura per Manfred Moelgg e gli altri poter raggiungere il podio nelle discipline tecniche.

In Gigante la musica assomiglia più ad un requiem. Al momento viviamo una crisi tecnica e di risultati che probabilmente mai si era vista, complice anche un livello di prestazione degli avversari che si è innalzato notevolmente: Florian Eisath (nonostante un bellissimo podio in Alta Badia) parte leggermente dietro i top 5, ma una gara pazza potrebbe premiarlo quale outsider; Moelgg e De Aliprandini possono puntare al massimo alla top 10 e Riccardo Tonetti dovrebbe stare nei 15. Purtroppo o per fortuna al mondiale quel che conta sono le medaglie. Primo, secondo o terzo posto: tutto il resto se lo porterà via la neve sciolta al sole di aprile.