Il morale degli azzurri è altissimo, e non poteva essere altrimenti dopo l'impresa di Paris nella discesa libera di sabato. Oggi però si cambia, si danza tra i pali stretti e si cerca di interpretare al meglio i molti dossi che causano cambi di pendenza repentini e decisamente marcati. Benchè non sia una pendenza eccessivamente rigida i tranelli non mancano: l'allenatore di Neureuther ha ideato una tracciatura sì che gira molto, ma anche molto tecnica e molto difficile in una distanza di 10 metri tra le porte.
Dossi. Erano da tenere d'occhio, e sono stati la l'arbitro della prima manche: i dossi. Continui, pronunciati, che ti tolgono ritmo. Tutti costretti a lavorare sotto palo a causa dei tempi di curva intermittenti ci sono state "vittime" illustri nei primi dieci: Kristoffersen, Myrher, Molegg, Hargin e Thaler. Cinque fuori tra i primi dieci danno l'idea dell'ecatombe andata in scena nella prima manche. Con tutti i distinguo del caso (Moelgg ha accumulato troppa velocità e si è visto sbattere i pali in faccia inforcando, Myrher si è arreso dopo poche porte al mal di schiena e Kristoffersen che si è "insaccato" in una compressione) è innegabile l'alto tasso di spettacolarizzazione della prima metà di gara.
La gara. Gross, sceso con il pettorale numero 1, ha fatto una manche apparentemente normale, interpretazione che però ha pagato visto che ha rifilato distacchi ragguardevoli a tutto il resto della top 7: Neureuther a +45''' e Hirscher a +73''' sono l'indice della grande prova dell'azzurro. L'unico che è riuscito a stargli davanti di una manciata di centesimi è stato, con grande sorpresa, il britannico Ryding. Sceso con il pettorale numero 8, il suddito di sua maestà a piazzato una super manche che lo pone al comando in attesa della seconda parte di gara.