Voglia di riscatto, ma anche cautela e quei piedi di piombo sempre necessari quando si prepara un rientro dopo un infortunio grave. Anna Fenninger, ora Veith dopo il matrimonio di questa primavera, si prepara per la grande rentrèe in Coppa del Mondo: la passata stagione l'ha vista dal divano di casa, con un ginocchio ricostruito dopo il crac di ottobre proprio alla vigilia di una stagione in cui era la favorita per rivincere la Coppa del Mondo, e il pensiero - accarezzato in un momento di scoramento, come da lei affermato lo scorso febbraio nel corso di un'intervista televisiva- di appendere gli sci al chiodo.
Ma ora che il peggio sembra essere alle spalle e l'idea del ritiro accantonata, la bella salisburghese è pronta a lanciare la sfida alla sua grande amica Lara Gut, padrona della sfera di cristallo. Per la gioia di tutti i suoi tifosi, degli appassionati di sci - che ritrovano così una grande protagonista - e, soprattutto, della squadra austriaca, che riabbraccia la sua atleta di punta. Tuttavia, è la stessa Veith a prendersi tutte le cautele del caso: perché il suo infortunio è stato grave e complesso, e l'obiettivo primario è quello di recuperare al 100% la condizione ottimale. Al punto che la presenza di Anna al vernissage stagionale di Sölden è al momento in dubbio.
La fuoriclasse austriaca ha infatti svolto perfettamente il programma di riabilitazione, senza forzare le tappe e tornando sugli sci solo a metà agosto. Tuttavia la prudenza e la voglia di non forzare suggeriscono ad Anna di valutare per bene le sue mosse: «Mi sono allenata ogni giorno per cercare di tornare ai livelli che avevo raggiunto prima dell'infortunio» ha spiegato al giornale austriaco Kronen Zeitung la stessa Veith «è un obiettivo duro da perseguire e non intendo accorciare i tempi per puntare al rientro a Soelden. In questo momento mi interessa ritrovare la giusta aggressività in pista, non importa dove, l'importante è tornare al top». Dubbi più che leciti quelli posti in essere dalla Fenninger, corroborati anche dalle parole del suo allenatore Meinhard Tatschl: «Anna è tornata sugli sci solamente a metà agosto e anche se ci sono stati diversi progressi rimane comunque parecchio lontana dalle condizioni ideali per poter gareggiare».
Facile, quindi, che per rivedere in gara l'austrica si debba aspettare ancora qualche tempo. Recuperare da un infortunio di tale gravità - con il legamento crociato anteriore e il collaterale mediale destro andati in frantumi e lo strappo del tendine rotuleo come ulteriore e tutt'altro gradito omaggio del rovinoso volo dello scorso ottobre - richiede pazienza tanto a livello fisico quanto a livello psicologico, con l'incubo di una ricaduta sempre presente come fastidioso fantasma attorno a sè. Soprattutto quando si gareggia con lo scopo unico della vittoria. Perché se ti chiami Anna Fenninger - non ce ne voglia Manuel Veith se continueremo a chiamare la moglie con il nome da nubile - non puoi permettere di scendere in pista solo in ossequio al più decoubertiniano degli "l'importante è partecipare". E avere una fuoriclasse di quel calibro solo a mezzo servizio sarebbe un delitto per lo spettacolo dello sci alpino. Meglio pazientare, con la promessa - nemmeno troppo difficile da mantenere - di avere i fuochi d'artificio in pista una volta che la salisburghese sarà tornata al top.