Kenenisa Bekele non è un uomo normale. Già perchè un uomo che ha per fratello Tariku Bekele, già vincitore di medaglie alle olimpiadi, e viene dallo stesso villaggio di Derartu Tulu, la prima africana nera ad essere campionessa olimpica, non può essere definito un uomo normale. Bekele tra il 2004 e il 2010 è il dominatore incontrastato del mezzofondo mondiale, scrive record del mondo e fantastiche storie d'atletica. Nel 2011, ai Mondiali di Daegu, il giocattolo si rompe, Mo Farah spodesta Bekele, prendendosi la pista. Un affronto non da poco, stagioni in disparte, a riflettere.
Nel 2014, l'etiope decide di concentrarsi sulle maratone, esordendo in quella di Parigi. Prima piazza ovviamente, con un tempo molto interessante. Per Bekele quella con le maratone non è una storia tutta rose e fiori, Kenenisa manca infatti la qualificazione all'Olimpiade di Rio 2016.
Alla luce del risultato di ieri di Berlino qualche dirigente etiope si starà forse mangiando le mani. Nella maratona tedesca, Bekele dà vita ad un duello appassionante fino al chilometro numero 40 con il keniano Wilson Kipsang. A quel punto il gigante etiope sfodera un finale fenomenale, 2'47 al passaggio del 42° km, e per il favorito della vigilia non c'è nulla da fare. Tutta la gara è corsa su ritmi folli, tanto che al decimo chilometro il vantaggio sul record mondiale è di 24 secondi e al passaggio della mezza maratona di addirittura 36 secondi. Da quel momento in poi, i primi iniziano però a perdere terreno, la prestazione fantastica di Dennis Kimetto resiste per soli 6 secondi.
L'etiope a fine gara si definisce persino un pochino deluso per non aver battuto il record mondiale. Si tratta comunque del primato etiope, strappato nientemeno che ad Haile Gebreselassie per addirittura 55 secondi. Per Bekele si tratta di una seconda giovinezza, a 34 anni. Rifiorisce la sfida con Wilson Kipsang e con il grande assente di Berlino, il campione olimpico Eliud Kipchoge.