9"87, in una calda serata svizzera. Una volata per confermare al mondo dell'atletica il ritorno ad alto livello. Asafa Powell veste i panni dello sfidante e, a poche settimane dalla rassegna iridata, lancia il guanto di sfida a Justin Gatlin, il dominatore dei 100. La Giamaica si affida al vecchio Asafa per respingere il tifone a stelle e strisce. Mentre l'ombra di Bolt scompare all'orizzonte, il leone ferito rialza la cresta. Senza pressioni interne, Powell torna grande. Senza l'incombente figura del più illustre connazionale al fianco, Asafa si riscopre veloce, velocissimo. L'ultimo esame a Pechino, di fronte a una platea mondiale, al cospetto della storia.
A Bellinzona, Powell corre solo, esplode sul lanciato, dopo una partenza non perfetta, ha tempo e spazio per cancellare i rivali. A Pechino un'altra storia, fatta di perfezione e dettagli. Per una volta, aspettando Bolt, tocca a Powell spaventare il mostro americano, difendere il regno di Giamaica nella prova che consacra all'immortalità.
Amel Tuka si limita al compito d'ordinanza negli 800. Negli occhi le meraviglie di Montecarlo, la regale volata a piegare Amos. In Svizzera, basta molto meno per affermare superiorità e condizione. Uno strappo deciso per affondare le speranze altrui, al termine 1'45"80.
Interessanti performance anche al femminile. La Bartoletta - nel lungo donna da oltre 7 metri - firma un ottimo 11"07 nei 100, la tedesca Kohlmann chiude a 1'58"37 negli 800, mentre una Stowers in ripresa conquista i 100 hs. 12"62, 3 centesimi meglio della rediviva Lolo Jones.