Uno come lui non poteva tollerare di arrivare secondo, nemmeno in fatto di popolarità. Marcel Hirscher, così, dopo l'operazione simpatia in corso di perfezionamento, nell'estate ha pensato bene di puntare pesantemente nello slalom gigante, dove l'americano Ted Ligety era intoccabile. Il risultato è un capolavoro che vanta quattro successi su cinque, complice anche l'appannamento del rivale, vittima di un infortunio alla mano e di una preparazione consapevolmente più leggera dopo l'anno olimpico.
Ad Adelboden, in uno dei tempi dello sci, l'austriaco fa cinquina, come il solo Stenmark, e rassegna la concorrenza con quella potenza e sicurezza che permettono padronanza assoluta di qualsiasi dosso e scanalatura. La bellezza di questo anfiteatro naturale perde molto a causa delle tracciature lente e di un fondo martoriato dal clima, ma almeno sorridono gli azzurri, bravi a qualificarsi prima e a sfruttare le migliori condizioni di partenza poi. Borsotti, incredulo al termine della prima manche, trova il bandolo della matassa nella seconda con il miglior tempo, ma è Florian Eisath a portare i galloni del gladiatore, che in un colpo solo coglie il miglior risultato di carriera (6°), il pass per i mondiali di Vail e il riscatto d'orgoglio, quando fino allo stop di Moelgg era fuori squadra. Grande recupero, grande tenacia e determinazione, esattamente al pari dell'appena citato Manfred, che dubbioso e timoroso entra nei primi venti come pochi giorni fa tra i pali stretti, in barba a una rottura del tendine d'Achille che avrebbe dovuto escluderlo dalla stagione. Ci sono poi Blardone, irriducibile (12°), e ancora Roberto Nani, l'uomo di punta capace di girare sempre attorno al podio ma di non riuscire mai ad afferrarlo: decimo, aggressivo, pronto.
E' un soliloquio, una sinfonia austriaca monotona, dove si alternano comprimari dalle stimmate del fuoriclasse che navigano tuttavia un gradino sotto. Pinturault, Kristoffersen, Neureuther e Dopfer non possono competere o impensierire seriamente la macchina da guerra, testa e fisico imperturbabili, di Marcel, che pagherà qualcosa in slalom speciale ma ha centrato l'obiettivo. Voleva dominare in tutto, le discipline tecniche dovevano esser affar suo: solo il simpatico e amato Ligety potrebbe ancora riservargli delusioni, a patto di ritornare al suo livello, cosciente di non avere più lo stesso margine da amministrare. Sarebbe un gioco alla pari, un rilancio dell'asticella sempre più in alto, in attesa di nuovi visi e secche smentite. Intanto nessuna altra prova è prevista prima del titolo iridato, titolo che il padrone di casa dalla chioma leonina non vuole cedere e molti altri attendono per sorprendere, approfittando della gara secca e dell'esaltazione da bottino ricco.