Dominik Paris ci ha preso gusto. Alla prima sulla pista Deborah Compagnoni di Santa Cristina Valfurva l'italiano centra l'ennesimo podio, il quarto nelle sette uscite stagionali (mai fuori dai migliori cinque), confermandosi uomo di punta della velocità. Stavolta l'occasione era ghiotta, una serie di fattori e variabili giocavano a suo favore e l'attesa vittoria era realmente a portata di mano. Purtroppo Ganong e Mayer rimandano ancora l'appuntamento e l'azzurro deve aspettare, ma Dominik non perde il sorriso e l'occhio vispo, chiudendo il 2014 soddisfatto e sicuro dei propri mezzi.
La partenza ribassata tra polemiche e velate allusioni privava la discesa del tratto più ostico e impegnativo, nonché di quello più bello e interessante, dove gli sciatori avrebbero dovuto superarsi tecnicamente tra curve strette e salti. Se Innerhofer confidava in quelle difficoltà per fare la differenza malgrado lo stato influenzale, Dominik accoglieva il cambiamento di buon grado unitamente a un fondo nevoso leggermente diverso, spolverato dai fiocchi della vigilia. In realtà il ragazzo della Val d'Ultimo è un gran furbone, perché ha pienamente dimostrato di aver messo a punto pure la sciata da supergigante, però è indubbio che un po' per scaramanzia e un po' per effettivo maggior agio preferisca disegni dalle maglie più ampie.
Nella giornata storta del cannibale Jansrud, gli astri parevano essersi congiunti sulla sua stella e tutti, lui in primis, ci avevano creduto fino al traguardo, quando invece si sono resi conto che l'americano nel tratto finale era riuscito a tenere una linea perfetta così come l'austriaco nella parte iniziale aveva osato un taglio prima di un curvone a destra tanto ardito quanto efficace. L'impressione è che Paris sia in una fase di consolidamento, quel periodo di transizione dove si lavora sui dettagli, affinando i pregi e limando i difetti: sbavature, piccoli errori, imprecisioni si ripetono ma sono propedeutici al raggiungimento dello stato di grazia, ovvero la quasi perfezione che porta all'élite.
Resta solo un dubbio, anzi due, in previsione mondiali: la partenza lampo si prolungherà fino a Febbraio o subirà un calo di forma come successo la scorsa stagione a Svindal? Al contrario, queste settimane sono un rodaggio e, per quanto scritto sopra, a Vail si presenterà tirato a lucido senza ombre? Conoscendo la sua preparazione, le sue caratteristiche, l'intelligenza di chi lo segue e non ultime le sue parole, magari anche per patriottismo, propendiamo per la seconda opzione.