Il momento tanto atteso è arrivato, il Canada torna a vincere un oro olimpico nel curling femminile a distanza di 16 anni. Nell’ edizione di Vancouver le canadesi avevano fallito miseramente il successo in finale di fronte al proprio pubblico e questo oro era un must della spedizione canadese a Sochi.
La partita
Ghiaccio bollente all’Ice Cube Curling center di Sochi dove si gioca la finale per la medaglia d’oro di curling femminile. Di fronte le due squadre favoritissime alla vigilia: la Svezia, bicampione olimpica e campione d’Europa in carica, contro il Canada dominatrice del Round Robin (9 vittorie su 9) e giustiziera della fortissima Gran Bretagna.
In campo i soliti quartetti: la Svezia con Sigfridsson, Wennerstroem, Bertrup e Prytz; il Canada con Mc Ewen, Officer, Lawes e Jenny Jones.
Primi end di studio in cui le squadre non riescono a sbloccarsi e a strappare mani pesanti. Dopo tre end siamo sull’1-1 e la gara sembra destinata a prolungarsi fino all’ultima stone. Nel quarto end il Canada prova la fuga e piazza due punti di allungo grazie ad una perfetta, come al solito, Jennifer Jones e pensa già di avere la gara in pugno. Pensieri totalmente sbagliati visto che la Svezia non molla e mette in difficoltà le avversarie con una mano perfetta: la coppia canadese Officer-Lawes combina un pasticcio commettendo ben tre errori e favorisce il ritorno scandinavo. La Jones non riesce a rimediare e Maria Prytz appoggia due punti senza grosse difficoltà. All’intervallo si va sul punteggio di parità con le canadesi decisamente preoccupate da un avversario molto più ostico di quello che si pensava.
Sesto e settimo end servono solo a riordinare le idee e a mantenere la calma: per questo motivo le squadre rinunciano di fatto a costruire gioco bocciando il bocciabile per un totale di due end nulli. Scure in volto e giù di morale le canadesi provano a costruire un gioco da più punti nell’ottavo end ma ancora una volta la difesa svedese è impeccabile: all’ultimo tiro si arriva con tante stone vicine al bottone (tantoché sarà necessario ricorrere al compasso per assegnare il punto) e la Jones che spreca malamente e si accontenta di un misero punto.
Il nono end di fatto decide la gara. Hammer per la Svezia che deve cercare quantomeno di mettere due punti per poi difendere il vantaggio e riavere il martello nell’extra end oppure tentare un clamoroso gioco da 3 punti che potrebbe chiudere la partita. Dall’altra parte però le canadesi hanno ritrovato forza e precisione diventando finalmente implacabili come nel girone e trovano grandi giocate anche con la Officer e Katy Lawes (davvero tanti errori fino a quel punto per la vice-skip canadese). Tantissime stone canadesi invadono la casa quando sta a Maria Prytz lanciare l’ultima del nono end: tiro completamente sballato e due punti regalati al Canada che in sostanza chiude la partita qui.
Nel decimo end si gioca solo per lo spettacolo: la rimonta svedese è ai limiti dell’impossibile ed ogni stone lanciata viene puntualmente bocciata dalle euforiche nordamericane. Non c’è bisogno di ricorrere all’ultimo tiro per decretare il vincitore, alla penultima stone lanciata da Jenny Jones la matematica condanna il quartetto scandinavo costretto a stringere la mano alle avversarie e a lasciare l’oro alle più forti.