52 paesi partecipanti, oltre 3000 atleti a gareggiare in 78 specialità suddivise in 12 sport. Sono solo alcuni dei numeri impressionanti che hanno accompagnato la XXVI edizione delle Universiadi Invernali, concluse ieri, sabato 21 dicembre, con lo spegnimento del braciere dopo 11 giorni di emozioni che solo lo sport sa regalare. Tutto ebbe inizio il 16 marzo del 2012, quando il Trentino decise di prendersi carico delle Universiadi, in precedenza assegnate a Maribor, ma che la FISU dovette togliere agli sloveni per motivi economici. Il tempo a disposizione era poco, ma la voglia di farcela era superiore a ogni inconveniente. E così l’11 dicembre a Trento, in una Piazza Duomo gremita, si è acceso il braciere a forma di genziana, posto a 43 metri d’altezza sulla vetta della Torre Civica e composto da led ecologici a basso consumo energetico.
Gli oltre 3000 atleti si sono sfidati per 78 medaglie d’oro. Ha stravinto la Russia, che torna a casa con 50 medaglie in totale, 15 di queste del metallo più pregiato. È la quarta volta consecutiva che la Federazione Russa la fa da padrone alle Universiadi Invernali; è il modo migliore per avvicinarsi ai Giochi Olimpici di Sochi, in programma fra meno di 50 giorni. Sul podio del medagliere è d’argento la Polonia con 23 medaglie, di cui 10 d’oro, terzo posto per la Corea del Sud, che chiude con una medaglia in più ma con 2 ori in meno dei polacchi. Sono in totale 32 le federazioni che tornano a casa con almeno una medaglia al collo.
Le Universiadi in casa hanno portato bene ai colori azzurri. L’Italia brilla al sesto posto complessivo, con 3 medaglie d’oro, 5 argenti e 5 bronzi, per un totale di 13 podi e un netto miglioramento rispetto alla scorsa edizione in Turchia 2011. Il protagonista indiscusso della spedizione azzurra è Mirko Giacomo Nenzi: il 24enne di Marano (Venezia) chiude con un bottino di 1 medaglia d’oro, 2 argenti e 1 bronzo, eguagliando nel numero complessivo di medaglie vinte la coreana Kim e la polacca Nowakowska al primo posto del medagliere per atleti. La vittoria è arrivata nel pattinaggio di velocità specialità 1000m, accompagnata dal record delle Universiadi, timbrato a 1:09.32. Per Nenzi anche due argenti nei 500m e nei 1500m, così come il bronzo nell’inseguimento a squadre con Daldossi, Giovannini e Stefani. Per il fulmine del pattinaggio di velocità è una doppia gioia nella sua Trento, città dov’è iscritto al corso di laurea in Scienze e Tecniche di Psicologia Cognitiva Applicata. Per Nenzi ora è già tempo di pensare al prossimo obiettivo, le Olimpiadi di Sochi 2014!
Gli altri ori per l’Italia sono arrivati dallo sci con Davide Cazzaniga nella discesa libera e Giulia Borghetti nel SuperG. Dallo sci arriva anche una meravigliosa storia di famiglia: Giulio Bosca è argento, suo fratello Guglielmo chiude con due bronzi. Sono d’argento anche la pattinatrice di figura Valentina Marchei e l’altoatesino Aaron March nello snowboard, mentre la coppia Guarise - Della Monica si prende il bronzo nel pattinaggio artistico. Un altro bronzo arriva ancora dal pattinaggio di velocità con la squadra femminile composta da Bettrone, Daldossi e le sorelle Lollobrigida, che eguaglia i colleghi maschili.
Ad accompagnare le Universiadi del Trentino una macchina organizzativa perfetta. Le sedi di gara tra Trento e il Monte Bondone, tra Pergine e Baselga di Pinè, tra la Val di Fassa e la Val di Fiemme non hanno deluso le aspettative. Merito anche dell’enorme lavoro di oltre 1700 volontari impiegati a rendere uniche queste Universiadi. “Inspired by U”, recita così il motto della ventiseiesima Universiade Invernale. Ispirati dalle Universiadi, ispirati de te, da ognuno di noi: dagli organizzatori ai volontari, dagli atleti e dai giudici, da tifosi e cittadini, da studenti e giovani di tutto il mondo. Il Trentino ha celebrato i veri valori dello sport, la palla ora passa a Granada 2015. Con gli occhi lucidi, Trento saluta e ringrazia.