Una Coppa del Mondo femminile sempre più aperta e avvincente, il passo indietro dell’Italia rispetto alle gare americane, la crisi apparentemente senza fine di Tina Maze. Questo in sintesi è stato il Super G andato in scena oggi sulle nevi svizzere di St. Mortiz: ci si aspettava il tripudio rossocrociato per la splendida Lara Gut di questo periodo, e invece la beniamina di casa finisce giù dal podio, addirittura settima, scura in volto dopo l'arrivo. Chi sul podio ci sale è invece Tina Weirather, che poeta sci per tutta la gara e si va a prendere la seconda vittoria in carriera. Una carriera martoriata da infortuni, che han frenato il talento cristallino della ragazza che viene dal Lichtenstein. Buon sangue non mente, papà Harti e mamma Hanni Wenzel hanno trasmesso alla figlia il dna della velocità su sci e Tina porta avanti il buon nome di casa Weirather. Bellissima e avvincentissima la sfida all’ultimo centesimo contro Anna Fenninger, che per tutta la gara è rimasta attaccata tenacemente alla possibilità di sopravanzare Tina, ma alla fine ha dovuto chinare la testa per 39 centesimi. Fra le due si infila Kajsa Kling, che quando tutto ormai pareva scritto, mette in pista l’ennesima dimostrazione di talento puro e con il 44 arriva a minacciare la leadership prima di fermare il cronometro 32 centesimi oltre il miglior tempo di gara.
Sospirone per Tina, solenne arrabbiatura per Elisabet Gorgl, che si ritrova giù da un podio che avrebbe ampiamente meritato: nessuna, prima del ciclone Weirather che l’ha cacciata a quasi un secondo, era riuscita a fare meglio di lei. Mastica amaro il Wunderteam, che piazza tre atlete fra le prime dieci ma non riesce a centrare la vittoria. Nicole Hosp fa quinto, davanti a una grandissima Marie – Michele Gagnon, che comincia ad affacciarsi sempre più costantemente nelle posizioni che contano . Settima, come detto, Lara Gut, ottava Maria Riesch, incappata ancora in un grave errore mentre era in proiezione podio, nona Tessa Worley, mentre chiude la top ten la norvegese Mowinckel. Quindicesima ma meritevole di citazione la svizzera Dominique Gisin, che nel viaggio di ritorno dal Canada, ha ceduto il posto in business class all’infortunata Sofia Goggia perché potesse usufruire di spazi più larghi. La dimostrazione che le vere fuoriclasse si vedono soprattutto fuori dai campi gara.
La delusione della giornata arriva invece da Tina Maze, che ha mal interpretato l’uscita da un dosso e ha terminato anzitempo la sua prova. Lo sguardo incredulo a bordo pista e ancora di più quello brutale al traguardo, al punto che nemmeno il fidanzato Andrea Massi osava parlarle, la dicono lunga sullo stato d’animo della fuoriclasse slovena, che pare non riuscire a vedere la luce in fondo al tunnel. Per domani c’è un’immediata possibilità di riscatto nel gigante, vedremo se riuscirà a trasformare in carica agonistica quella rabbia che di sicuro non le manca. Lontanissima dalle prime anche Julia Mancuso, un’altra che sta deludendo parecchio.
Quanto alle azzurre, assente Sofia Goggia, la migliore è stata Nadia Fanchini, ventiquattresima. Ventisettesima Francesca Marsaglia, trentaduesima Elena Fanchini, trentaseiesima Federica Brignone, quarantesima Johanna Schnarf, quarantunesima Daniela Merighetti, quarantottesima Verena Stuffer. Caduta, senza conseguenze per Elena Curtoni e l'esordiente Karoline Pichler.
Domani in programma uno slalom gigante, ennesimo capitolo di una Coppa del Mondo femminile che più avvincente non si può: Gut, RIesch, Fenninger e Weirather sono racchiuse in pochi punti e si daranno battaglia fino alla fine per la Overall. In mezzo poi, tante variabili impazzite, da Lindsey Vonn (qui assente) a Mikaela Shiffrin che nelle prove tecniche può portare via molti punti. E poi, perché no, attenzione a Tina Maze: difficile che la slovena possa arrendersi facilmente a una stagione anonima. Non dopo la aMazeing season dell’anno scorso.