Purtroppo anche quest’anno la Dakar non perdona: la vittima è Mikhal Hernik, motociclista polacco di 39 anni, di cui non si avevano più notizie fin dal primo pomeriggio. È l’ottava tragedia da quando, nel 2009, la gara è stata spostata in America Latina ed il ventottesimo pilota morto fra gli equipaggi della Dakar.
Da sempre il Rally Raid Dakar è la gara più affascinante del mondo, ma sicuramente anche la più pericolosa che ci sia. Quasi ogni anno si contano vittime, le ultime proprio negli ultimi tre anni con l’argentino Martínez Boero nel 2012, il francese Bourgin nel 2013 ed il belga Palante l’anno scorso. Anche questa nuova edizione purtroppo non si smentisce: intorno alle 15.25 l’Iritrack, il localizzatore montato su tutti i veicoli in gara e quindi anche sulla moto numero 82 di Hernik, non ha più inviato segnali e dopo un’ora gli organizzatori sono riusciti a rintracciarlo. Il corpo del pilota polacco è stato trovato all’altezza del chilometro 206 della speciale da San Juan a Chilecito senza casco, accanto alla sua moto riversa a terra, “senza nessun segno esteriore causato da incidente o trauma”, come è stato riportato in una nota diffusa dagli organizzatori. Subito dopo il ritrovamento è stata avviata un’inchiesta per accertare le cause del decesso.
Nato a Cracovia 39 anni fa, Mikhal Hernik, dopo due anni di rally in Africa, era riuscito a realizzare il suo sogno, ovvero partecipare per la prima volta in vita sua alla Dakar. In questa avventura, condivisa con l’amico Pawel Stasiaczek, guidava la KTM numero 82 del team Farma Prom.
La redazione di Vavel si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici per questo grave lutto.