La sconfitta maturata al Dall'Ara spinge la Roma sull'orlo del baratro. Cinque punti in cinque giornate, troppo poco per una squadra reduce dalla semifinale di Champions e costruita in estate per compiere l'ultimo passo. Manca qualcosa, non solo dal punto di vista tecnico. Di Francesco fatica a trovare la giusta chiave, l'inserimento dei nuovi è ancora in essere, la partenza di alcuni effettivi sembra aver spogliato il gruppo della giusta mentalità. Si procede così nella tempesta, in attesa di una definitiva svolta. Il match infrasettimanale con il Frosinone assomiglia alla classica ultima spiaggia. Novanta minuti per cancellare le recenti tossine, per rinsaldare un progetto oggi allo sbando. Il gap tra le due squadre è ampio, il momento attuale rischia però di dare il là all'ennesima debacle. Non c'è margine d'errore, la società vigila attentamente sull'operato di allenatore e rosa.
Il turnover, in un periodo denso di impegni, è necessario, spazio quindi a chi fin qui ha trovato meno spazio, minuti a giocatori in grado di dare la scossa. Schick si colloca al centro del tridente, il ceco rimpiazza Dzeko, apparso, di recente, in affanno. All'esterno, Di Francesco opta per El Shaarawy e Under, ad accomodarsi in panchina sono Kluivert e Perotti. N'Zonzi, fin qui corpo estraneo nell'universo giallorosso, si posiziona da vertice basso della mediana a tre - fuori De Rossi - con Pellegrini e Pastore, ristabilito, da mezzali. Fazio e Manolas oscurano Olsen, i laterali bassi sono Florenzi e Kolarov.
Una sola alternativa, piuttosto remota. L'inserimento di un secondo mediano, De Rossi, in luogo di un profilo più propenso all'inserimento, Pellegrini. Scelta questa utile ad avere maggiore fluidità in uscita, con De Rossi più abile di N'Zonzi nello sviluppo del gioco. Al momento, più plausibile la precedente proposta, con De Rossi risparmiato per l'imminente derby con la Lazio.
La partita è in programma nella capitale domani sera, fischio d'inizio alle 21, direzione affidata a Di Bello.