Non va oltre l'1-1 la Roma di Eusebio Di Francesco in casa del Bologna di Roberto Donadoni. Versione sciapa e poco brillante della squadra capitolina, la quale dopo un buon inizio di gara va sotto al quarto d'ora grazie al gol di Pulgar dal limite. I giallorossi accusano il contraccolpo e, soprattutto, non riescono a scardinare il bunker degli emiliani fino a metà ripresa inoltrata, quando è l'ingresso di Dzeko a cambiare volto alla gara. Il bosniaco pareggia e si rende protagonista di un paio di occasioni nel finale, quando tuttavia l'assalto non viene premiato a dovere. Roma che allunga a più cinque sul quarto posto, ma con due partite in più rispetto all'Inter di Spalletti.
Donadoni sceglie Di Francesco e Verdi ai lati di Palacio, con Destro in panchina così come Dzemaili; al suo posto Donsah e Poli accanto a Pulgar. Perotti ed El Shaarawy invece gli esterni per la Roma, con Schick che fa rifiatare Dzeko centralmente. Florenzi regolarmente in campo nel ruolo di terzino destro, De Rossi davanti alla difesa.
Avvio di gara tutto di marca ospite. Roma perfetta in fase di impostazione e di pressione, altresì in quella di rifinitura: Nainggolan imbecca Schick in profondità, Santurro offre l'angolo; sugli sviluppi dello stesso l'estremo difensore si esalta su De Rossi, con il Bologna che stenta ad uscire dalla propria metà campo nei primi dieci minuti di gara. L'infortunio e le precarie condizioni fisiche di Nainggolan - con conseguente cambio - spezzano il ritmo ai capitolini, mentre i felsinei provano a prendere fiducia con il passare dei minuti. Donsah, di testa, dà fiducia ai suoi, ma è Pulgar qualche secondo dopo a far saltare il bunker giallorosso a sorpresa: Poli ricicla la sfera dopo una serie di rimpalli, appoggia per l'accorrente cileno che batte Alisson dal limite.
La Roma risponde immediatamente, ma Schick prima e Perotti successivamente sono imprecisi nella conclusione e nella rifinitura. Gli ospiti continuano a premere sull'acceleratore e, sugli sviluppi di un corner alla mezz'ora, confezionano la migliore opportunità sull'asse Schick-Strootman: il ceco sponda di testa per l'olandese, che a porta sguarnita e tutto solo centra il palo. Da calcio da fermo e situazioni estemporanee tuttavia nascono le occasioni per i capitolini, perché a difesa schierata il Bologna riesce a difendersi perfettamente e rendere sterile il possesso palla romano. L'ultimo squillo, a cinque dal termine, è firmato da Gerson e Schick, il cui mancino è preda, centralmente, di Santurro.
Il tema tattico della gara non cambia in avvio di ripresa, ricalcando per sommi capi i temi dell'ultimo quarto d'ora della prima frazione: Roma imbrigliata dalla densità degli uomini di Donadoni sulla trequarti, Schick quasi mai pericoloso stretto tra le maglie difensive di De Maio ed Helander. Sulle fasce Perotti, El Shaarawy ed i due terzini non sfondano e, dopo un quarto d'ora, la mossa di Di Francesco è quella di Dzeko al posto dell'egiziano. Il cambio scuote i romani, che con Perotti ed ancora il mancino di Schick sfiorano il pareggio, ma non danno mai la sensazione di essere completamente padroni della gara come in avvio.
I cambi di Di Francesco non sembrano cambire faccia alla Roma, la quale si trascina senza idee e senza mordente verso il finale di gara, affidandosi ai soli cross dalla sinistra di Kolarov, spesso improduttivi. Di contro il Bologna si limita a chiudere tutti gli spazi alla manovra ospite ed a rintanarsi nella propria trequarti, ripartendo di rado con Palacio e Verdi. I felsinei appaiono in controllo della gara, ma è un guizzo di Perotti a far saltare il banco improvvisamente ad un quarto d'ora dal termine: l'argentino salta due avversari in area di rigore, crossa per l'accorrente Dzeko che anticipa tutti e insacca per il pari.
Il Bologna accusa il colpo e rischia di crollare poco dopo, quando Defrel salta Masina e, piuttosto che concludere di destro da ottima posizione, preferisce il cross al centro dove non c'è nessun compagno. Nei minuti finali la pressione della Roma è asfisiante, ma i capitolini non vanno oltre una lunga serie di calci d'angolo, tutti senza esito. Un'occasione per parte nei quattro di recupero, ma le conclusioni di Defrel e Donsah vengono murate prima del triplice fischio finale.