"Con il Chievo sarà ostica". Non usa giri di parole Eusebio Di Francesco, che nonostante l'ottimo momento di forma della sua Roma sceglie di volare basso, conscio delle insidie nascoste che i suoi ragazzi potrebbero incontrare domani pomeriggio. Durante la conferenza stampa pre-gara, l'ex tecnico del Sassuolo ha infatti rammentato la pericolosità dei clivensi: "Il Chievo è una squadra ostica, mi aspetto una gara difficile. Noi dobbiamo dare una risposta importante, è una tappa importante ma non definitiva. Dopo la Champions, serve un'ottima gara col Chievo per confermare quanto fatto finora".
Inevitabile, poi, il passaggio sulla possibile formazione: "E' riservata, dopo la qualificazione in Champions bisogna tenere tutti concentrati. Terrò la formazione riservata fino a domani mattina, tutti devono sentirsi importanti. Kolarov e Dzeko? Vedremo, sì o no. Non c'è il pensiero di fare una turnazione, perché abbiamo giocato martedì e in cinque giorni si può recuperare. Devo valutare Perotti e Florenzi, che non si sono allenati con continuità come gli altri. Il resto ha sempre fatto allenamento. Schick n dico se gioca, ma dico che è pronto per giocare dall'inizio. E' già una notizia, sto valutando la possibilità di farlo giocare dall'inizio. Non so in quale ruolo, ma può giocare dall'inizio".
Dopo una prima fase di stagione spettacolare, Di Francesco non se la sente però di inserire la Roma tra le big per la corsa scudetto:" Se non sono cauto io, chi deve esserlo? Tutti vorrebbero vincere, però per fare questo è ancora presto. Bisogna migliorare sotto tanti aspetti. Stiamo rincorrendo, l'anno scorso la Roma ha rincorso tanto ed è arrivata al secondo posto. Ottima posizione, ma non s'è vinto niente. Sono cauto perché mi rendo conto che noi dobbiamo infiammare la gente con le prestazioni e con la voglia di vincere tutte le gare. Questo, però, non è sinonimo di vittoria. Sono cauto, mi si addice in questo momento".
In ultimo, il tecnico della Roma ha speso qualche parola su Monchi, che ne ha lodato il lavoro dei primi mesi: "Ho conosciuto tanti direttori bravi, ma ho sempre allenato squadre medie o piccole. Monchi ha mentalità e conoscenza di calciatori a livello internazionale che è impressionante, noi due ragioniamo sulle qualità dei calciatori. Sceglieremo sempre calciatori che piacciono al direttore e che piacciono all'allenatore. E' una situazione chiara dall'inizio, mi piace il suo modo di fare, vuole sempre tastare e sentire le nostre impressioni".