Nelle notti di fine ottobre fare paura e traumatizzare non è difficile, anzi, è la cosa più facile di questo mondo. Ci vuole poco, pochissimo per lasciare di sasso chi si professa estraneo al concetto di paura e terrore. Bastano poco più di quaranta secondi, un siluro d'esterno destro sotto l'incrocio e Roma che sobbalza quasi come fosse scossa da un'onda di adrenalina incontrollabile, indomabile. È l'inizio della notte da paura di Stephan El Shaarawy che, con due gol, stende il Chelsea di Antonio Conte e proietta la Roma a un primo posto nel girone che sembrava pura utopia al momento del sorteggio.
Nessuna rivincita, ma il Faraone, nel giro di tre giorni, ha regalato sei punti preziosissimi alla squadra di Di Francesco. Prima la rete meravigliosa al Bologna, poi la doppietta al Chelsea, con tre reti sempre nella stessa porta. Un giocatore rivitalizzato dalla cura Di Francesco e che non fallisce quasi mai ogni qualvolta viene chiamato in causa: in questa stagione, infatti, è partito sette volte titolare segnando cinque gol, mentre le presenze totali sono dodici. Un gol ogni 135' per l'ex giocatore del Milan, una media nettamente migliore rispetto a quella che aveva con Spalletti la passata stagione con 12 reti in 44 presenze.
Un bottino non da lui, ma quest'anno, complice la partenza di Salah, sta trovando più spazio e adesso vuole prendersi anche la maglia da titolare. Essere coscienti dei propri mezzi, questo è il motto del Faraone che nel dopo partita parla cosi: "Questa è una di quelle serate che mi porterò dentro per tutta la vita. E' stata la mia prima doppietta in Champions, poi battere il Chelsea non capita tutti i giorni: ci teniamo stretta questa vittoria e siamo contenti. E' un momento speciale per me, è stata una settimana molto intensa e piena di emozioni: sono molto felice. Primi nel girone? Significa tanto per noi, quando è uscito il girone c'era un po' di scetticismo ma a Londra eravamo consapevoli di poter fare una grande gara e l'abbiamo fatta. Però non è ancora finita, dobbiamo restare primi".
No, non è finita, ma la Roma è davvero a un passo dalla qualificazione, basterà centrare una vittoria nelle ultime due partite per assicurasi l'accesso agli ottavi di finale. Tra tre settimane ci sarà la trasferta al Metropolitano di Madrid e poi l'ultimo match, in casa contro il Qarabag. Agli azeri potrebbe essere intitolata una piazza a Roma visti i due pareggi contro l'Atletico di Simeone. Scherzi a parte, la Roma non deve ringraziare nessuno se non le proprie qualità e il proprio gioco che, col tempo, sta venendo fuori in maniera splendida. Le avvisaglie c'erano già state due settimane fa, col 3-3 di Londra e all'Olimpico è arrivato il capolavoro grazie alla notte da paura del Faraone.