La prova di Stamford Bridge ha dato coraggio a tutto l'ambiente della Roma in vista del cammino nel girone di Champions League. All'Olimpico contro il Chelsea, ora, una vittoria farebbe fare un passo avanti, probabilmente decisivo, verso la qualificazione agli ottavi di finale. Anche Di Francesco sembra essere ottimista, nonostante gli infortuni che anche nelle ultime ore hanno colpito la rosa (Bruno Peres nello specifico).

Queste le parole del tecnico in conferenza stampa sulla formazione che potrebbe scendere in campo contro i Blues: "Defrel sarà convocato? Lo devo valutare sia lui che Manolas. Dopo l'allenamento vedrete se ci saranno. Tutti pronti, potrebbero rigiocare gli stessi di sabato, tranne Nainggolan che giocherà sicuramente dall'inizio. Dove giocherà lo valuteremo, non voglio dare vantaggi a nessuno. Non saprete la formazione, per il resto vedrete tutto domani. Voglio tutti pronti, sì turnover ma metterò in campo la squadra che riterrò più opportuna". 

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Di Francesco non vuole pensare ai tanti problemi fisici che stanno colpendo la squadra, ma solo alla sfida contro la squadra di Conte: "Non credo nelle casualità, anche se in alcune situazioni lo è, come nel caso di Peres. Non so neanche io di cosa si parli quando si cita l'otturatore (ride, ndr). Ma voglio dire che nella mia testa c'è solo il Chelsea, dobbiamo essere più uniti che mai, mi auguro che sia una grande festa, voglio grande positività. Voglio un pubblico straordinario, sono sicuro che la squadra darà il massimo. Torneremo a parlare di questo, stiamo cercando soluzioni. È una cosa nostra anche interna, le valutazioni le stiamo facendo, non credo alla casualità".

Anche la prestazione della Roma a Londra ha contribuito a far pensare che le squadre italiane possano tornare a giocarsela con le altre grandi d'Europa: "Credo che sia cresciuta la mentalità, il fatto di stare nell'altra metà campo significa allontanare gli avversari dalla tua porta. Mettersi sotto la traversa non può essere un vantaggio, io ho il pensiero di stare il più possibile dall'altra parte. Non giochiamo per il fuorigioco, ma per tenere la squadra corta e questo a volte provoca il fuorigioco. Il sistema calcio italiano credo che stia crescendo".