E' un Eusebio Di Francesco visibilmente carico quello che, questo pomeriggio, ha presentato nella sala stampa del centro tecnico della Roma, Fulvio Bernardini, la sfida che domani sera vedrà i capitolini ospitare all'Olimpico il Napoli di Maurizio Sarri, primo della classe. Sfida non ancora decisiva per le sorti del campionato, ma che il tecnico pescarese non esita nel definire molto importante per quelle che potrebbero essere le gerarchie che si formeranno alle spalle della Juventus, naturale candidata al titolo dopo i sei trofei vinti consecutivamente.
“Sarà una gara molto importante al di fuori del risultato. Potrà determinare o quantomeno dare l'input alla convinzione di una delle due squadre. Anti-Juve? Credo che il Napoli sia fra le favorite ma la Juve è sempre la squadra da battere”. Gara delicatissima per entrambe le squadre, reduci da due periodi di forma e risultati molto positivi. Di Francesco "pesa" così l'importanza della contesa: “Nel perdere non si guadagna tanto. Chi perderà sarà minimamente penalizzato soprattutto mentalmente. Certe partite sono importanti ma ne mancano ancora tante. Credo che la prestazione sarà importante. Chi farà meglio la fase difensiva otterrà il risultato, noi dobbiamo riuscire a fare questo meglio del Napoli, di squadra ovviamente, perché questo è il pregio di una squadra che vuole ambire a qualcosa di importante”.
Sfida molto intrigante anche quella contro il dirimpettaio Maurizio Sarri, che il tecnico ex Sassuolo elogia così: "Quando si sfidano due allenatori con giocatori di qualità si può vedere meglio il lavoro di entrambi. Sarri sta facendo un lavoro eccellente, in questi anni ha avuto una crescita esponenziale. È partito dal 4-4-2, adesso 4-3-3 con interpreti molto bravi”.
Un'altra delle sfide della gara di domani sera sarà quella tra Edin Dzeko e Dries Mertens, centravanti delle rispettive squadre ma con caratteristiche molto differenti: “Sono due profili molto diversi. Mertens è diventato centravanti per esigenza e per la bravura dell'allenatore che lo ha fatto crescere. In passato non ci aveva mai giocato, è una punta atipica che non dà punti di riferimento, di movimento. Dzeko ha una grande presenza in area ma è bravo anche a muoversi tra le linee, ha tanta qualità. Volendo potrebbero anche giocare insieme, mi auguro però che in questo caso prevalga quello più alto”.
Si passa successivamente all'analisi di campo, partendo dalle assenze che potrebbero condizionare le sue scelte: "Strootman e Schick? Nessuno dei due. Valuteremo Strootman per il Chelsea, su Schick non bisogna avere fretta. Basta con le domande su Schick che a volte gli hanno messo pressione. Si è voluto allenare nonostante non stesse al meglio. Ha voluto forzare, su questo non possiamo sbagliare. Dato che io sono il primo responsabile, lo convocherò quando sarà in grado di giocare almeno uno spezzone di gara. Non per far felice gli altri, lo faccio per il suo bene”. Decisamente pesante sarà l'assenza di El Shaarawy, infortunatosi nella sfida che l'Italia ha disputato in Albania in questa settimana: "Sicuramente ci sono state valutazioni sbagliate. Abbiamo un ottimo rapporto con la Nazionale da questo punto di vista, mi auguro che non accada più. Magari anche i giocatori deve fare valutazioni migliori. È un peccato vederlo tornare da infortunato, mi auguro che non accada più. Senza polemizzare. Cercheremo di recuperarlo il prima possibile, è ovvio che pretendo da tutti maggiore attenzione”. E sul posizionamento in campo di Nainggolan: “Può giocare in qualsiasi ruolo. Per me ha interpretato la mezzala benissimo. Le valutazioni si fanno partita per partita. Per domani non posso risponderti”. Inoltre, riguardo le scelte della difesa, il tecnico non si sbottona: “Cioè intendi se farò giocare Fazio o Jesus? Prima di tutto le valutazioni si fanno in base all'avversario, specialmente contro il Napoli che ha tutti attaccanti piccolini con grande tecnica. Che sanno giocare fra le linee e attaccare la profondità, con Callejon che è un maestro in questo. Però devo valutare Fazio che vedrò per la prima volta oggi. Ricordatevi che non c'è solo il Napoli, ma anche tante altre partite”.
Si torna inoltre sull'annosa questione dell'estetica applicata ai risultati, con il Napoli che continua a farsi vanto delle sue prestazioni e la Juventus dalla parte opposta che punta sul cinismo e sulla solidità difensiva. Il parere del tecnico della Roma: “Sulla parte estetica non ho dubbi perché ha dimostrato una manovra corale come fosse un'orchestra. Questo non è però sinonimo di risultati. Alla lunga il bel gioco può pagare ma anche una squadra come la Juve, che ha una mentalità vincente, può fare la differenza. Domani vince chi farà meglio la fase difensiva, quindi anche in generale. La miglior difesa non nasce solo dai 4 difensori. Per esempio dare più pressione a Jorginho può servire ad aiutare i compagni di squadra. Condivido le parole di Allegri. Domani vincerà chi farà meglio la fase difensiva, che può essere fatta anche nella metà campo degli avversari”.
Infine, una breve battuta per chiudere sullo Scudetto: "Si può toccare ferro? Per me il fatto di ambire deve essere un piacere, non un dispiacere. La cosa più importante è credere in se stessi, continuare a lavorare con grande umiltà. Però è una domanda che preferirei sentire domani in caso di vittoria”.