"Bentornato Eusebio". Una sola frase, netta, accoglie in sala stampa Di Francesco, che dopo più di 10 anni torna a Trigoria, stavolta però nel ruolo di mister. Un incarico fortemente voluto dalla Roma, da Monchi e da tutto l'organico giallorosso. Conferenza di presentazione in pompa magna, ma sempre con l'occhio al miglioramento. Tanti i giornalisti in sala stampa vogliosi anche di informazioni sugli obiettivi di mercato giallorosso. E poi ovviamente tanti temi tattici, di ambiente e di stimoli.

“La Roma è una squadra forte con profili interessanti che purtroppo ha avuto di fronte una grande squadra come la Juventus, una squadra al top del livello”, apre così il suo intervento il mister abruzzese. Si parla poi subito di Curva e Stadio: “Il pubblico è fondamentale, avendolo vissuto in prima persona sono convinto che saranno il dodicesimo uomo in campo, chi vive e indossa questa maglia ha sensazioni uniche, la curva trasmette quel qualcosa in più che serve ai calciatori, e io voglio portare senso di appartenenza a questa maglia”.

E sullo Stadio: "Sarà un valore positivo all'ennesima potenza, permetterebbe di avere il tifoso più vicino, sarebbe il futuro per rimanere nei top club europei, la volontà di avere uno stadio è univoca, sono convinto che ce lo avremo e mi auguro di essere qui per l'apertura”.

Domande anche per Monchi, ovviamente, a tutto tondo sul mercato. Su Rüdiger e Salah, su Manolas, sul nuovo secondo portiere:
“Come ho già detto durante la mia presentazione - esordisce Monchi - non abbiamo intenzione di vendere giocatori e vogliamo affidare al mister una squadra competitiva. I due nomi che ha citato è vero che piacciono a qualcuno, Salah piace a un club inglese e decideremo secondo le circostanze, il prezzo lo faremo noi. Su Rüdiger non ci sono offerte, zero possibilità che vada via. Non ci sono trattative aperte se non per Salah. In porta per ora stiamo bene, abbiamo tre portieri.

Tra Di Francesco e Totti c'è un rapporto bellissimo, iniziato vent'anni fa: “La società ha parlato con Totti, a breve dovrà dare una risposta, ho un legame particolare con lui, è abbastanza grande per scegliere il ruolo che vuole, voglio continuare a lavorarci insieme”.

Vivere l'ambiente romano è per molti un problema, ma Di Francesco non ha questa preoccupazione: "Io penso al mio lavoro, sono convinto di trasmettere i valori della società e di questo ambiente che conosco. Voglio trasmettere entusiasmo e ciò deriva dai nostri comportamenti, dall'essere vicini alla gente ed essere sinceri ma fare dei risultati che sono alla base del calcio, magari facendo divertire". Non mi sto ponendo tanti problemi, la cosa più importante è di cercare di creare grandissima compattezza, lavorare insieme per un obiettivo comune, ci saranno momenti difficili, ma noi vogliamo che ci sia un percorso più in discesa che in salita. Fa parte di questo lavoro sapendo che questo può essere un ambiente particolare, ma sono sereno”.

Bisognerà ripartire, ora, dai simboli, come De Rossi: "La prima persona che ho sentito dopo l'accordo con la Roma è Daniele De Rossi, Per l'appartenenza che ha per questi colori. Mio figlio mi dice sempre che lui è il suo idolo, ed ha ragione perché è e si comporta come un punto di riferimento".