Roma-Juventus non è mai una partita come le altre: dopo le polemiche degli anni scorsi e l'amaro epilogo con rete di Osvaldo di recente memoria, nella gara d'andata i bianconeri hanno fatto valere la maggiore caratura tecnica, vincendo 1-0 con rete di Higuain, seppur senza dominare i giallorossi come era accaduto in altre partite allo Stadium. I giallorossi domani sera hanno un doppio obiettivo: se da un lato vogliono fermare la Juventus e impedirle di festeggiare lo scudetto all'Olimpico (sarebbe una beffa), dall'altro gli uomini di Spalletti hanno il dovere di fare punti in ottica lotta per il secondo posto, con il Napoli che sarà impegnato contro il Torino in trasferta.

LA FORZA DI SUPERARE LE EMERGENZE - Questa dovrà essere la forza della Roma, che si presenterà allo scontro con la squadra più in forma d'Europa con alcune defezioni importanti, che costringeranno Spalletti a fare delle modifiche significative: a mancare infatti saranno due perni fondamentali della macchina giallorossa come Strootman e il capocannoniere Edin Dzeko; con il venir meno di questi due giocatori si ridurrà soprattutto la forza fisica della Roma, che in un confronto contro una squadra come la Juventus sarà importante. Buone notizie arrivano invece dal fronte Nainggolan che ha recuperato dal problema al polpaccio e sarà in campo. La formazione dovrebbe essere con la difesa a quattro con Szczesny, Emerson, Manolas, Fazio e Rudiger; il centrocampo formato da De Rossi e Paredes e dal trio Salah, Nainggolan, El Shaarawy alle spalle di Perotti in versione falso nueve.

L'ESSERE SQUADRA PER ARRIVARE IN FONDO - Con l'assenza del suo bomber e del suo filtro a centrocampo, la Roma dovrà fornire una prova corale. I ragazzi di Spalletti dovranno aiutarsi a vicenda e tutti dovranno mettere qualcosa in più per arginare la Juventus. La squadra capitolina probabilmente cercherà di fare la partita ma verosimilmente subirà la pressione della Juventus e sarà costretta ad affidarsi alle ripartenze, fondamentale in cui eccelle, seppur in maniera diversa dal solito: dal momento che manca Dzeko infatti non si potrà più puntare sul lavoro da pivot del bosniaco per raccogliere i lanci lunghi e far correre gli esterni, ma si dovrà cercare di salire velocemente palla a terra e trovare la verticalizzazione giusta per gli uomini più avanzati. Questo nuovo assetto senza Dzeko avrà l'unico vantaggio nel non fornire punti di riferimento alla difesa bianconera.

Con l'assenza di Dzeko e della sua abilità a far salire la squadra sarà importante il lavoro dei due centrocampisti davanti alla difesa, che dovranno essere abili nella trasmissione veloce del pallone, e soprattutto di Nainggolan che dovrà fare da collante tra i due playmaker e i compagni del reparto avanzato, per non correre il rischio di far spezzare in due la squadra e ricorrere troppo a lanci lunghi imprecisi. 

Oltre alla fase offensiva c'è da notificare anche il funzionamento di quella difensiva che, basandosi sulla difesa a quattro, lascerà fuori sia Peres che Jesus (non grandi interpreti della difesa a quattro) per affidarsi a Rudiger e Palmieri: il tedesco in quanto centrale adattato spingerà probabilmente poco per cercare di dare manforte ai compagni, mentre per il terzino italo-brasiliano sarà una partita a tutta fascia in quanto avrà maggiori licenze offensive; ad integrarsi con il lavoro dei terzini ci sarà quello dei due esterni alti che dovranno sacrificarsi anche in fase difensiva, soprattutto Mohamed Salah che solitamente si dimostra un po' pigro sotto questo aspetto.