Inizia una nuova era, in casa Roma. Inizia l'era Monchi. Presentato ufficialmente pochi minuti fa, l'ex DS del Siviglia ha salutato i nuovi tifosi, analizzando lucidamente i motivi della propria scelta: "Dopo la mia esperienza al Siviglia, sapevo che ci sarebbero state molte squadre a volermi, ma quando ho saputo dell'interesse della Roma tutto è diventato chiaro. Ci sono molti margini di miglioramento - ha detto Monchi - Sabatini e Massara hanno fatto un lavoro straordinario, ma qui ci sono possibilità per sognare. Ho parlato tanto con Pallotta, dobbiamo lavorare insieme e per me questo è importante".

Subito calatosi nel nuovo impiego, Monchi non ha glissato sulle domanda riguardanti la rosa attuale della Roma, parlando della corsa al secondo posto che vede impegnati i giallorossi: "Le motivazioni sono tante, la squadra deve puntare alla Champions League diretta. Crecherò di fare il possibile, costruendo il futuro. Come ho sempre detto - ha continuato - bisogna pensare al presente. Conosco la traiettoria della Juventus e il suo potenziale. Io sono ambizioso, per natura, lo sono sempre stato, ma non vendo fumo. In poco tempo è impossibile pareggiare il gap con la Juventus. Dovremo lavorare molto, però non è irrealizzabile. È molto difficile, ma abbiamo una ottima squadra". 

Passaggio obbligato, superato con lucidità, quello sulla mentalità della Roma, troppo spesso manchevole di quel plus per vincere qualcosa di importante: "Non ci sono segreti, ogni club ha una propria filosofia. Il segreto del Siviglia: poco originale, il lavoro". Dare il massimo, dunque, dentro e fuori dal campo, allineando le decisioni societarie ai bisogni dell'allenatore. E, proprio sulla questione, Monchi tesse le lodi di Spalletti, il cui legame con la Roma sembra sempre più lontano da una felice prosecuzione: "La prima volta che ho ricevuto la chiamata per venire alla Roma, - racconta Monchi in maniera quasi confidenziale - la ho pensato ai pro e ai contro. Uno dei pro era Luciano Spalletti. Per me è un tecnico molto importante, però è evidente che non possiamo distrarci nemmeno un secondo. Ora bisogna giocare contro Juve, Chievo e Genoa. Rimane la speranza che Spalletti rimanga perché è una cosa che mi ha attratto per venire qui".

Parlando della nuova avventura, una vera e propria scelta di vita dopo la lunghissima parentesi andalusa, il nuovo DS romanista ha mostrato un grande entusiasmo per i suoi nuovi tifosi: "È la prima volta che me ne vado da Siviglia, sono arrivato quando avevo diciannove anni da giocatore, poi come dirigente. Per la verità non avrei pensato, nemmeno nei miei migliori desideri, nei miei migliori sogni, una migliore accoglienza qui a Roma. Ha reso più semplice la mia traversata. La partita è iniziata già con un uno a zero. Non so se mi sono spiegato male, a Siviglia ho avuto le migliori condizioni possibili, da uno a dieci... venti. Però era fondamentale ritrovare queste condizioni, penso di farlo qui a Roma".

Sul suo lavoro, Monchi ricorda la strategia adottata al Siviglia: "Era necessaria per sperare di lottare per obiettivi ambiziosi. Era pericolosa, perché anno dopo anno bisognava stare dietro al tema economico, il più difficile, nel selezionare i giocatori. Abbiamo raggiunto un buon obiettivo economico, ma anche quello sportivo, quello più importante. Qui cercheremo la strategia migliore per vincere. Il problema è comprare male, non vendere. Credete che io abbia lasciato Siviglia, casa mia, per non vincere?".

Conscio degli equilibri che regolano l'ambiente romanista, Monchi non disdegna complimenti a Totti e De Rossi, le due bandiere della Roma attuale: "Parto con Daniele, con cui condivido stesse speranze e desideri. Ho parlato con lui, un grande giocatore e un ottimo ragazzo. Noi e lui vogliamo continuare insieme, dovremmo essere imbranati per non continuare qui. Cercheremo di raggiungere l'obiettivo comune". Su Francesco Totti: "Io sono arrivato da una settimana, so che questo era l'ultimo anno da giocatore e poi ha un contratto da dirigente. Io chiedo che lui rimanga qui con me, perché Totti è la Roma e voglio imparare cos'è". 

Ultima domanda prima della fine della conferenza stampa, poi, quella su Dani Alves e Sergio Ramos, due capolavori firmati Monchi: ""Il secondo è arrivato dalle giovanili del Siviglia, Dani lo comprammo. A me piace lavorare con giocatori giovani, ma non è un ossessione, non è l'unico obiettivo. Dobbiamo prendere giocatori forti e con voglia di vincere. Che siano diciannovenni o ventottenni. Kessie è un ottimo calciatore, che la Roma ha seguito, che conosco, c'è la possibilità. Siamo all'inizio, non so cosa possa succedere".