Roma-Napoli è una partita in qualche modo decisiva per entrambe le squadre. I giallorossi non possono perdere terreno dalla Juventus, gli azzurri hanno la necessità di tenere a distanza le squadre che sognano di soffiare il terzo posto ai ragazzi di Sarri. Una sfida imperdibile che Diego Perotti potrebbe vivere da protagonista sin dal primo minuto, visto che le ultime di formazione lo danno in vantaggio su Salah.
Perotti si è raccontato in una lunga intervista a Sport Week, partendo dal suo rapporto particolare con l'assist per il compagno di squadra: "Se devo essere sincero tanti allenatori mi hanno chiesto di tirare di più. Non dovrei dirlo, ma segnare mi viene difficile. E non voglio che diventi un’ossessione altrimenti è peggio. Certe volte vedo dei colleghi che tirano da posizioni per me impossibili e penso: “Ma come fa a vedere la porta? Io non la vedo”. Per me è naturale servire l’assist anche quando sarebbe più facile tirare. Il meglio deve ancora venire? Penso di sì. Spero che questo non sia il mio massimo livello. Ma è stato difficile arrivare fino a qua e, se guardo indietro, non posso che essere contento di quello che ho fatto."
C'è spazio poi per parlare del rapporto che Perotti ha con una leggenda vivente di Roma e della Roma come Francesco Totti: "Non andiamo a cena insieme ma parliamo di calcio. Mi piace fargli qualche domanda, ma cerco di non scocciarlo più di tanto. Verso determinati giocatori ho un rispetto particolare. Avere un papà calciatore in un’epoca tanto diversa mi ha insegnato ad avere un certo atteggiamento. Quando sono arrivato in prima squadra al Deportivo Moron se non c’era posto in spogliatoio mi cambiavo in piedi. Oggi un ragazzino della Primavera si rifiuta di stare in mezzo quando si fa il torello, e se lo racconto a mio padre lui mi risponde: “E tu non lo prendi per il collo?”. Mi mantengo a distanza da Totti: se non è lui a ridurla, non sarò io ad accorciarla."