Quando il consueto bollettino medico di un mister a inizio conferenza, per la prima volta dall'inizio della stagione, è praticamente inesistente, sei sulla strada buona. "Manca solo Florenzi, che si allena a parte, gli altri ci sono tutti" le rassicuranti parole di Luciano Spalletti in vista del delicato Roma-Cagliari di domani sera.
Il 21esimo turno di A sorride dunque alla Roma, almeno in termini di organico. Spalletti dedica invece la sua apertura di conferenza alla straziante vicenda legata al resort Rigopiano, ricordando i soccorritori e le persone coinvolte.
Poi il calcio giocato, con Rudiger che ha usato le espressioni care a Spalletti, quelle relative all'ossessione per la vittoria. La testa, la mentalità dei giocatori è progredita nell'anno spallettiano, visti il lavoro a 360 gradi dell'allenatore, che però sminuisce il suo ruolo: "Io non ho fatto niente. Sono i calciatori a essere professionisti seri, persone che lavorano in modo corretto. Devono saper riconoscere i momenti del loro lavoro, della loro carriera e che questo è un momento importante. Giocare nella Roma è importante, per cui è corretto come ha parlato lui e di conseguenza bisogna dar seguito a questa serietà e professionalità".
Nel precedente con il Cagliari, il 2-2 del Sant'Elia, furono in molti a riconoscere subito i limiti difensivi della Roma, punita da un gol di Sau nel finale di gara. "Nessuno è perfetto", sintetizza il mister. Ma, chiaro, "Vogliamo far loro vedere che non siamo quelli del girone d'andata è vero. Troveremo una squadra in salute, il Cagliari ha vinto contro il Genoa 4-1, ha costretto il Milan a vincere nelle ultime battute a San Siro". E poi la guida tecnica, quel Rastelli che "è una ricchezza, è un allenatore emergente che fa delle sue qualità di quando era calciatore il modo di far giocare la squadra, fatto di questa velocità, di aggressività che abbiamo anche sofferto all'andata. Ci sono calciatori di livello internazionale, come Bruno Alves, come Borriello, come Isla. Però vogliamo far loro vedere che siamo migliorati".
Fece il giro del web, all'andata, la disperazione del toscano dopo il pari sardo, viste le tante occasioni avute dalla Roma. Oggi è diverso, molto:
"Quell'immagine l'ho rivista stamane in ufficio, era sui due gol sbagliati su quella reazione fatta, voluta, dopo che avevano raggiunto il pareggio. Sono state due occasioni che non abbiamo concretizzato. Mi dispiaceva, nonostante tutto potevamo aver portato ugualmente a casa la vittoria. Riguardandola, e vista la reazione del Cagliari e la nostra conduzione di partita, è stato giusto quel pareggio lì. Probabilmente ne abbiamo tratto insegnamenti", puntualizza Spalletti.
La principale crescita della Roma risiede nel reparto difensivo, con una squadra che nelle ultime otto gare ha subìto solo 2 reti. Il trio titolare è tra i più forti visti a Roma, Vermaelen si sta un po' accodando. Però il suo livello resta, anzi per Spalletti: "Siamo un po' tutti Vermaelen. Sono tutti giocatori del suo livello. Venendo da quella squadra lì e da quell'importanza di calciatore poteva sembrare quello che ci dava qualcosa in più. Ma noi siamo saliti tutti al suo livello. È giusto quello che ci si aspetta, sa fare bene il suo mestiere, ma è una valutazione che va fatta corretta perché gli altri lo stanno facendo bene e lo stanno facendo vedere. C'è bisogno che ci siano tanti calciatori importanti. Ora in difesa tutti sono in una condizione eccezionale, tutti danno un rendimento e un contributo eccezionali. Si lasciano stare come sono, continuando a controllare, a vigilare, però abbiamo a che fare con dei calciatori veramente seri. Il nostro compito è facilitato".
La Roma resta, crescita o no, alle prese con i cosiddetti problemi della rosa, ristretta per i più, non per Spalletti, nonostante le strategie di mercato ancora in corsa:"Non siamo pochi in rosa, se riesci a farli funzionare sono più che sufficienti. Il rischio è averne troppi che non riesci a far funzionare", dice Spalletti lasciando sorpresi in sala stampa. "Poi ci sono dei momenti dove se ti capitano 3-4 infortuni tutti nello stesso reparto diventa più difficile. Hanno avuto ragione in quei momenti quelli che dicevano che eravamo pochi. Ora siamo nelle condizioni di poter affrontare anche il periodo difficile. Dice bene il presidente di parlare anche dei nostri e di far loro complimenti, stanno facendo grandi cose". Insomma sul mercato nessuna ansia: "Se capita prenderemo un giocatore di livello, se non capita stiamo così, ora siamo anche abbastanza comodi. Il rischio è riferito, semmai, a quel mese-40 giorni in cui ci saranno tante partite".
Il giocatore in assoluto più in forma è quel Nainggolan che "vale quanto Pogba", dice Spalletti. "Radja è un calciatore completo, forte. È una razza di quelle forti, che è abbastanza diffusa nella nostra squadra, la pasta diversa è diffusa nella nostra squadra. Magari in misura diversa, con altre caratteristiche, ma ugualmente di pasta importante. È un confronto (quello con Pogba, nda) che regge, c'è qualche anno di differenza, ma per il valore in campo e per la sostanza espressa in quello che fa, secondo me regge".
Finisce la conferenza, resta la questione di fondo, quella che poi tutti, opinionisti, tecnico e tifosi vogliono risolvere, ma sulla quale nessuno ha poi le risposte definitive: quale la distanza con la Juve, come ridurla. Come superarne le qualità. Spalletti guarda ai suoi: "Noi facciamo sul serio. I nostri calciatori vogliono fare sul serio. La gente si è accorta che facciamo sul serio. Questo si respira, lo conferma il fatto che molti tifosi erano al loro posto, ma anche se non ci fossero. Loro lo percepiscono, lasciano alzare questo vento, che arriva dove ti possono anche sollevare, se continui a fare sul serio, ti costringono a fare tutto per lei. La squadra seria fa le cose sul serio".
Anche domani sera.