Torna alla normalità Luciano Spalletti dopo i luttuosi eventi della settimana, con la morte dei suoceri. Un doppio lutto che commuove il toscano che infatti preferisce partire "dalla situazione degli ultimi giorni, ringraziandovi per i messaggi che mi avete mandato e dei pensieri che ho ricevuto in questa vicenda. Quello che mi è successo mi spinge a essere ancor più sensibile nelle cose che facciamo, specie per chi è malato di cancro, ci farò più attenzione".
Poi il punto sugli infortunati, per parlare della Roma. Rüdiger, Nura e Mario Rui sono indisponibili, Vermaelen sarà testato oggi, va tenuto sotto controllo. De Rossi e Perotti sono disponibili".
Come ha trovato la squadra?
"Ho avuto quello che ho avuto, devo rivedere oggi i calciatori che sono tornati dalle nazionali, un po' di fatica ce l'hanno sicuramente come mi hanno detto i miei collaboratori. Salah ha recuperato, questi allenamenti post nazionali servono un po' per riprendersi, oggi sono tutti a disposizione e importante sarà il messaggio che si lascia oggi e la valutazione di tutto il lavoro individuale che hanno sviluppato, quanto hanno giocato con le nazionali. In generale, posso dire che ho visto che la squadra è dispiaciuta per l'ultima risultato, ma i miei sanno che bisogna resistere in determinati casi per arrivare alle vittorie, spesso le vittorie arrivano opponendosi a momenti come questi, la testa deve guardare in quella direzione lì, non ho dubbi a riguardo. I calciatori ormai li conosco, a parte chi è arrivato da poco".
Che rapporto ha con Giampaolo? Cosa ha portato alla Sampdoria?
"È facile avere rapporto con lui, ha grandi valori umani e calcistici, abbiamo passato insieme serata a confrontarci, riesce a plasmare una squadra in modo che seguano il suo modo di vedere il calcio, un modo moderno che passa sotto il concetto di squadra che passa attraverso delle misure di squadra. Basta vederli giocare durante le prime partite e si vede che c'è la sua mano, nonostante la Sampdoria sia stata allenata da un altro grande tecnico come Montella, ma si vede già la mano di Giampaolo. Siamo amici, per cui posso dire di tutto (ride)".
È riproponibile la presenza di Florenzi e Bruno Peres?
“Secondo me è abbastanza facile il discorso, cerco di fare una sintesi: Florenzi può o meno fare il terzino? Si tratta sempre di quello che ho detto prima, ancora dobbiamo fare passi in avanti. Abbiamo perso un po' quella che è la distanza di squadra, non riusciamo a essere compatti come prima. Ci sono molti ingredienti perché se riesci a essere corto c'è un modo di ragionare diverso. Florenzi può fare benissimo il terzino, è chiaro che quando fai scelte del genere la squadra deve comandare il gioco. Se tu hai due terzini di spinta è inutile che stai a aspettare gli altri. Se dai la maggior parte la possibilità agli avversari e fai le scelte per attaccare è un controsenso. Possono convivere con la squadra nei terzini bassi, noi dobbiamo giocare all'attacco e tenere palla noi. Quella è la nostra qualità, sopratutto la loro. Poi quello che ho detto prima, le distanza sono fondamentali. Per larghezza rimane sempre 60 metri: puoi stringere la squadra, mettendo dentro l'esterno ma il campo rimane 60 metri. Per lunghezza da 110 lo puoi portare a essere 55 perché si gioca in 40 metri e puoi reggere la squadra corta. Dobbiamo fare passi in avanti. Le misure della squadra sono fondamentali. Come le maglie della divisa, se indosso la tua non mi entra”.
Cosa pensa della questione stadio?
“La penso esattamente come lui (Baldissoni, ndr). È una questione che riguarda la società. Non so se alludi alla presenza degli spettatori, un Olimpico vuoto è dannoso per la squadra e ti rafforza meno e ti toglie più e i più sono quei segnetti che usiamo negli allenamenti e servono a capire se hai fatto meno o male. Questo è un dato di fatto, ne abbiamo parlato e per la società è un tema caldo, se vorrò coinvolto dirò la mia, ma io la penso come Baldissoni”.
Le parole di Allegri su Pjanic?
“Si fa meno in nazionale di quando ci si allena nei club. Io non so come si allenano lì. Potete mettere le telecamere qui, bisogna stare attenti, collegati a Roma TV e vedi come si lavora. Non so cosa faccia Allegri, lo copierei volentieri perché vince molto, noi facciamo il nostro con coerenza. Noi facciamo resistenza, pallone, rimesse laterali, un po' di palla sopra quando gli altri si chiudono”.
La duttilità di Florenzi limita la sua crescita?
“È un discorso corretto, è bravo da tutte le parti, va valutato nei confronti della squadra, può fare bene tutto e non male tutto (ride). Rüdiger sta recuperando, a volte si difende a volte tutti si attacca, la misura della squadra si è allungata e non dobbiamo commettere questo errore e riprendere le nostre distanze. Florenzi sa fare tutto, sa creare problemi agli avversari”.
Che valore ha la gara con la Sampdoria?
“Tutte le cose che ci riguardano hanno un valore, qualsiasi situazione ha un valore ai fini del risultato, il modo di stare insieme, di guardarsi, di fare l'allenamento. Tutto è importante, quello che è fondamentale ora è quello che ho detto prima, cioè essere una squadra con una misura giusta, di sviluppare le azioni, di stare dentro il campo, le scelte saranno fatte in modo da essere una squadra più corta, nell'esercitare quelle che sono le ricerche che vogliamo proporre. L'anno scorso ci siamo riusciti e ciò era visibile, poi ci siamo esaltati e avuto il contributo dei compagni, se ci allunghiamo tutto è più difficile, ci sono tanti metri per essere in superiorità intorno alla palla, anche la gestione della stessa. Diventa difficile muovere la palla e fare i lanci, l'analisi sarà questo, quella che è stata la nostra storia quest'anno, è il momento di parlarne. Noi non dobbiamo andare a Cagliari e giocare la palla buttata e basta, dobbiamo manovrare da dietro, perché la nostra qualità ci impone di fare questo, qualità che ti porta ad avere più successo nel confronto con l'avversario e lì l'abbiamo fatto poco, c'è stata poca personalità. Se gli avversari ti vogliono pressare, lo fanno, la corsa è un valore nel computo della partita, noi mettiamo la qualità ma poi vanno messo altre cose. Se ci pressano deve essere un vantaggio per noi, così da uscire e occupare quello spazio là. Dobbiamo fare questa cosa, altrimenti non possiamo considerci giocatori da Roma. Ora si è rifatto come quando sono arrivato l'anno scorso, la palla ci brucia, spesso si perde la palla nel tentativo di giocarla e spesso abbiamo rinunciato. Questo non mi garba e da domani si ricomincia a fare quello che si è sempre fatto”.
Il report della conferenza è stato tratto e adattato dall'agenzia di stampa vocegiallorossa.it