Il capitano della Roma Francesco Totti, in tournée con la squadra giallorossa a Boston, ha rilasciato un'intervista a Gazzettaworld.com. Queste le sue parole.

Cosa ti ha convinto a restare alla Roma così tanto tempo?
"Ho sempre amato questi colori e ho sempre desiderato vestire solo questa maglia. Per me è un matrimonio ideale".

Molti giocatori, in tutti gli sport, non stanno con la stessa squadra per sempre. Cosa pensi di questo?
"Forse questa è la differenza tra me e chiunque altro. Non ci sono tanti atleti che seguono il loro cuore. Loro scelgono di andare da qualche parte per vincere e guadagnare di più. Sono come nomadi. Se avessi pensato solo ai soldi, avrei cambiato squadra 10 anni fa. Avrei guadagnato di più rispetto a quanto faccio con la Roma. La mia è un’altra scelta, fatta di passione, non per i soldi”.

Hai considerato di giocare negli Stati Uniti o in Cina?
“Ho pensato ad andare in America qualche volta. Ci ho riflettuto, ma è stata sempre una scelta di cuore restare a Roma. Non ho pensato ad andare in Cina, non potrei nemmeno immaginarlo. Sarebbe difficile per me, specialmente per la mia mentalità”.

Ti stai godendo gli allenamenti a Boston con la Roma?
“È una bellissima città. È una novità per la squadra perché ci siamo stati solo 3-4 volte. Potremmo dire di stare a casa perché ci piace essere ui. La nostra esperienza in America durante i ritiri è stata positiva. Oltre alla preparazione fisica, siamo coinvolti in alcune prestigiose amichevoli”.

Il presidente Pallotta dice che questa sarà la tua ultima stagione. Stai pensando a rimanere?
“Per ora, è il mio ultimo anno. È normale che vedo questa stagione in modo diverso da quelle passate. Spero di lavorare fino alla fine e di ottenere qualcosa di importante per il club, anche se è difficile”.

Stai dicendo che potresti continuare a giocare anche oltre la fine della stagione?
“Ci sarà sempre una fine. Devo trovare il momento giusto. Quando non mi sentirò bene con me stesso o vedrò che starò faticando o che non avrò più voglia di giocare, sarò il primo ad alzare la mano e fare un passo indietro”.

Rispetto alla tua età, come ti senti fisicamente?
“È normale che quando invecchi il tuo fisico cambia. Ma sono stato fortunato. Sono stato professionale nel modo in cui ho trattato il mio corpo. Arrivare a 40 anni in questa forma non è una cosa che riesce a molti atleti”.

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Come immagini la fine della tua carriera?
“Mi piacerebbe finire vincendo qualcosa. Voglio alzare un trofeo. Voglio finire la mia carriera con stile. Allo stesso tempo so che non è facile. Ma questo è il mio sogno”.

Come ti vedi dopo il ritiro?
“Mi è stato chiesto se mi piacerebbe allenare, ma non ci sto pensando. Vedere i miei ex compagni che hanno smesso di giocare e ora allenano è stato interessante. Magari qualcosa camba mentalmente e all’improvviso ti viene voglia di farlo, magari anche a me capiterà. Non è che no nvoglia fare l’allenatore, semplicemente non è una cosa a cui penso. Ma nella vita ci sono tante sorprese e uno non può mai dire no”.

Che differenza c’è tra lasciare la nazionale prematuramente e dover pensare al ritiro?
“Non mi è mai mancata la nazionale. È stata una mia scelta fermarmi, personale. Quando decidi qualcosa, significa che sai a cosa stai per rinunciare. Fortunatamente, ho preso la decisione di non rappresentare più gli azzurri prima della finale del 2006. Ho avuto l’opportunità di vincere la Coppa del Mondo e ce l’ho fatta. Raggiunta una certa età ho detto basta, volevo solo aiutare la mia squadra di club. Volevo più opportunità di allenarmi e concentrarmi sulla Roma”.

Cosa pensi del calcio italiano?
“Spero che possano tornare ad alti livelli. Hanno fatto bene a Euro 2016. L’Italia ha buoni prospetti che li aiuteranno nel futuro. Ma ci sono problemi ovunque nel mondo del calcio. Lo sport è cambiato molto. Ora il focus è più sui soldi. I giocatori cambiano squadre più spesso, forse per fare più soldi. È più business che passione. La gente viene allo stadio per divertirsi e vedere un giocatore che è sempre nella stessa squadra. Forse sperano che un giocatore non li tradisca. Guardate quello che è successo a Higuain che ha lasciato il Napoli per la Juventus. È un disastro. Ma è completamente normale ora che quando uno straniero arriva in Italia abbia la possibilità di andare da qualche altra parte a fare più soldi”.

In che modo gli italiani possono raggiungere un livello più alto?
“Devono cambiare mentalità. Per me penso che si debbano concentrare più sui giovani. Ce ne sono tanti talentuosi, oscurati però dagli stranieri. È tutti cambiato. È più importante avere stranieri che italiani. Alcuni pensano che se prendi un argentino possa essere come Maradona, la gente è più felice”.

La Roma è abbastanza italiana?
“Se fosse per me tornerei a un massimo di due stranieri. Il resto dovrebbero essere italiani, forse 2-3 in campo non dovrebbero. Con la squadra non parliamo neanche italiano, ma inglese. Allenatori, giocatori, massaggiatori, tutti parlano inglese. Sono tutti stranieri ora”.

Anche i proprietari lo sono. Cosa pensi di questo?
“Certamente, quando hai proprietari con un enorme potenziale, quando hanno l’opportunità di guidare un grande club come la Roma, è buono per tutte le parti coinvolte. La Roma è una squadra italiana conosciuta in tutto il mondo e in Europa ha sempre mostrato il suo valore. Quando te la vedi con squadre come Barcellona, Real Madrid, Manchester City, competi contro club con proprietari con le tasche molto profonde. Spendono soldi come consumano l’acqua. Per loro, è ovviamente più facile vincere”.

Cos’è la Roma senza Francesco Totti?
“Spero che la Roma possa trovare un nuovo Totti. Non è facile, ho fatto molto. Ma Francesco Totti aiuterà sempre la Roma a  creare una grande squadra, anche senza di lui in campo”.

Ti spaventa sapere che non giocherai più?
“È normale, questa è la mia vita. Ho trascorso 25 anni sul campo. È la mia casa. Ma so che questa è la fine e che ci sono altre porte aperte. Sicuramente ho il desiderio di sapere di più riguardo queste opportunità. Al momento giusto, farò la mia scelta”.