E' un Luciano Spalletti visibilmente carico quello che si è presentato in conferenza stampa allo stadio Bernabeu in vista della gara di ritorno degli ottavi di Champions League, che domani sera vedrà la sua Roma impegnata contro i blancos di Zinedine Zidane. Lo 0-2 dell'andata, firmato da Ronaldo e Jesè, preclude la strada verso i quarti ai giallorossi capitolini, che però vogliono ben figurare e provare ad uscire a testa alta per confermare il periodo positivo di forma. Rinsaldare ulteriormente certezze tecniche e tattiche messe in bella mostra nell'ultimo periodo sarà il credo della squadra italiana: nessun atteggiamento remissivo della compagine romana, che proverà a dare del filo da torcere, con personalità, alle merengues.
"Il precedente di qualche anno fa? E' un piacevole ricordo, ma è un contesto completamente differente. Quello che diventa importante è che la squadra sappia che qualsiasi partita dipenderà da cosa metteranno in campo. Non è facile perché c'è il risultato dell'andata che penalizza, ma il risultato non deve essere un pensiero fisso. Nel calcio si verificano spesso altre cose all'interno delle gare stesse, dei risvolti che condizionano le gare. Questa è una gara dove dobbiamo pensare a fare un gol, poi potrebbe cambiare tutto. Vogliamo provare a fare quest'impresa per scrivere un'altra pagina di storia".
Dalla sconfitta dello Juventus Stadium al Bernabeu, la Roma di Spalletti affronta la partita più importante della stagione. Questo il parere del tecnico toscano, che torna ad allenare in una gara di prestigio internazionele con tutte le pressioni del caso: "Essendo padrone della mia vita, se scelgo di tornare ad allenare è ovvio che mi piace ancora vivere le situazioni di campo. Ci sono dei risvolti che ti creano qualche problema, qualche arrabbiatura, delle pressioni, ma fanno parte del mestiere. E' una scelta di vita, spero di conviverci finché posso".
Sette vittorie dopo, c'è la possibilità, con il pronostico qualificazione quasi archiviato, che si tirino i remi in barca. Tuttavia, pronta la risposta di Spalletti: "Vedendo la mia squadra mi sembrava che fosse disponibile a chiedergli qualcosa in più. Se ho visto giusto, l'impresa è possibile. Poi ovviamente ci sono gli eventi della gara che condizionano il risultato finale, ma sono un allenatore che non si accontenta, chiedo sempre il massimo. Di certo non scenderemo in campo con l'idea di perdere. Se vedo qualcuno con questo pensiero, non lo faccio giocare. Anzi, nemmeno allenare".
Inoltre, riguardo all'utilizzo di Edin Dzeko dal primo minuto, Spalletti analizza l'esclusione del bosniaco contro la Fiorentina, guardando poi alla gara di domani: "Dzeko sta facendo bene quello che gli chiedo, poi sono io a dover fare alcune scelte e le ho fatte in base a ciò che credo. Il suo utilizzo è dettato dalle scelte tattiche che decido di fare. E' possibile che domani parta dall'inizio. Pensando alla gara di domani, sicuramente il Real potrebbe giocare con un atteggiamento più chiuso e per questo potrebbe esserci utile per scardinare la loro difesa. Lui ha una sola strada: dimostrare che può fare di più di quello che sta già facendo in allenamento".
L'analisi di Spalletti si sposta successivamente sull'attacco del Real e sulla striscia di gol aperta di Ronaldo: "Non è la striscia di gol di Ronaldo che mi preoccupa, bensì le sue caratteristiche, come quelle del Real Madrid in toto. Noi dovremo forzare qualcosa perché il risultato dell'andata ci penalizza oltremodo e li avvantaggia. Noi proveremo a fare la nostra gara, siamo stati sfortunati nei dettagli: le intenzioni andavano premiate in quella gara e domani proveremo a fare lo stesso". Infine, sull'esplosione di El Shaarawy: "Ha trovato l'entusiasmo, l'amore e l'affetto di una piazza che permette al giocatore di stare comodo. Se fanno le cose seriamente vengono percepiti come tali e gli viene dato molto. Ha voglia e volontà: si è messo in discussione perché nell'ultimo periodo non è stato all'altezza delle sue qualità".
In compagnia di Spalletti c'era Diego Perotti, protagonista assoluta del momento della Roma: "Perchè mi sono espresso meglio in Italia che in Spagna? Non ci sono segreti per fare meglio. Sono arrivato al Genoa e mi sono subito trovato bene, non avendo tutti gli infortuni che ho avuto al Siviglia. Anche qui alla Roma ora sto bene e credo di essermi ambientato bene. Posso ancora migliorare tanto in vari aspetti del gioco". Si guarda, inoltre, anche all'aspetto realizzativo, che sta caratterizzando positivamente questo inizio di avventura alla Roma rispetto al passato: "Sono un attaccante, ho sempre lavorato su questo aspetto perché segnavo poco. Mi sento bene con il ruolo che mi ha dato Spalletti e cerco sempre di fare il meglio per la squadra". Infine, su Ronaldo e sulle possibilità di qualificazione: "Lo ammiro moltissimo, ovviamente è un punto di riferimento per me. Possiamo farcela, proveremo a fare una grande partita. Abbiamo fiducia nei nostri mezzi, le vittorie ci hanno dato certezze. Sappiamo che sarà difficile, soprattutto perché dobbiamo fare due gol, ma ci proveremo".