Tanti obiettivi, tante rincorse, tanta delusione. L'ennesima. Poche parole per un 2015 nerissimo per la Roma, ormai al capolinea. Difficile salvare qualcosa di questo anno solare, se non la qualificazione in Champions ottenuta a fatica lo scorso maggio contro la Lazio (25), e gli ottavi della stessa competizione raggiunti ancor più a fatica contro il BATE pochi giorni fa. Nel mezzo, un campionato che da gennaio scorso è contornato da pareggi (un girone intero, tutti sommati), tendenza confermata in questi primi mesi della nuova stagione. Le prime sconfitte in casa, però, arrivano prima degli altri anni. La scorsa stagione le due sconfitte ravvicinate in Europa League e Serie A con Fiorentina e Sampdoria arrivarono nell'ultimo tratto di stagione, scatenando l'ira dei romanisti. Quest'anno l'Atalanta è già riuscita a bucare i giallorossi (0-2), troppo presto, compromettendo molte aspettative di tifosi e squadra. Ora, il finale di anno, che non sembra invertire la tendenza degli altri 11 mesi, vede davanti due sfide casalinghe che potrebbero servire al morale: Spezia in coppa Italia (domani, 14.30) e Genoa (domenica, 15). Obiettivo quarti di coppa e recupero forsennato in campionato. Per ri-pensare gennaio, e guardare al terribile sorteggio champions (Real) con un poco di morale in più. 

Il Morale

Già, il morale. Che di certo non può essere dei migliori, nonostante, appunto, la qualificazione in Champions e un punto ottenuto al San Paolo. Risultati che così visti sembrano parlare in modo diverso, ma che vanno analizzati non solo sul piano effettivo di ciò che sta in superficie. Se lo 0-0 con il BATE poteva analizzarsi come ingiusto (alla luce dei 20 tiri della Roma e delle occasionissime bielorusse forse l'1-1 sarebbe stato effettivamente veritiero, ma non avrebbe cambiato le carte in tavola), il medesimo risultato ottenuto a Napoli non convince e contenta. 0 i tiri in porta, cosa che alla Roma non accadeva dal 2008. La prestazione difensiva, va detto, è stata pressoché impeccabile, complice un imballo degli avanti partenopei inaspettato e forse ingiustificato. Resta però l'amaro per non aver tentato di mettere un gol davanti agli avversari, di aver mostrato l'inferiorità mentale e tecnica spudoratamente. Andare a Napoli senza criterio e offendendo significa subire inesorabilmente le percussioni dei tre tenori azzurri, perdendo corsa al titolo, allenatore e dignità. Ma anche la "gara al ribasso" potrebbe rimanere impressa nel cuore dei romanisti, che senza vedere una squadra che comunque ci prova, che c'è, in buona sostanza, potrebbero non fare il passo verso la tanto attesa pacificazione. Che infatti, non arriva. 

Garcia non è cambiato, si è soltanto ridimensionato, accettando la potenza avversaria, ma sottovalutando in qualche occasione la forza ormai celata della sua squadra. Ora, però, Spezia e Genoa non sono certo superiori, e allora ci si aspettano gol, serenità e offensività. Per dire al 2016: c'è anche la Roma.