Basta uno 0-0 intero col BATE Borisov a una deludente Roma per accedere agli ottavi di Champions League, per effetto del contemporaneo pareggio del Bayer Leverkusen a Barcellona.
Basta, o non basta? Una qualificazione, quella di ieri sera, che ha lasciato l'amaro in bocca allo scarno pubblico dell'Olimpico, il quale ha contestato la squadra al triplice fischio forse più per lo zoppicante cammino europeo che per altro: 6 punti in sei gare - quota più bassa mai registrata per il passaggio del turno insieme allo Zenit San Pietroburgo nel 2013/2014 - e 16 gol subiti, il che porta la Roma ad essere la squadra con la peggior difesa di sempre ad aver superato una fase a gironi del torneo. Di positivo c'è solo che gli uomini di Garcia hanno mantenuto la porta inviolata in Europa dopo 6 anni: l'ultima volta accadde in Europa League nel 2009, in casa del Levski Sofia, quando i giallorossi si imposero con un netto 0-3. Merito anche dello scarso rendimento del BATE Borisov, che ha realizzato 0 tiri nello specchio nel primo tempo e che, in casa di un'italiana, non ha mai segnato neppure un gol in Champions League.
Nel post partita Rudi Garcia si è battuto il petto sottolineando a più riprese com la Roma abbia rivolto 24 conclusioni verso la porta di Chernik. Per il resto le stastistiche del match descrivono l'incontro per quello che è stato: una lenta partita a scacchi in un cui nessuna delle due squadre ha meritato particolarmente la vittoria. Lo testimonia il perfetto equilibrio del possesso palla (50% per parte) e il numero di passaggi riusciti che vede i giallorossi in leggero vantaggio (339 - 287).
Dicevamo dei fischi a fine partita. Fischi definiti da più parti "ingenerosi", al netto della qualificazione ottenuta, e per i quali è necessaria una precisazione. Se i fischi si riferiscono alla qualificazione ottenuta "immeritatamente", solo grazie a "Szczesny o Ter Stegen" ecc, come si legge sui più popolari social network in queste ore, ecco che non si permette alla squadra di recuperare morale, forze e sicurezza. Un portiere, pagato per parare, se finalmente lo fa, perché va fischiato? Se i fischi sono per il gioco, la chiave è un'altra, e si possono condividere in formula piena. Il tifoso, in buona sostanza, può fare quello che vuole. Ma ci si ricordava un'altra tifoseria, a Roma. E anche un'altra squadra, va detto.
Anche Pallotta, patron dell'AS Roma, è intervenuto a Sport Mediaset al termine del match, e il riferimento ai fischi non è stato velato: "Ieri abbiamo giocato bene ma la palla non voleva entrare, abbiamo avuto 24-25 occasioni, poteva finire 3-0. Entrare negli ottavi è un grande risultato, ci sono due italiane, è un'ottima cosa. Sono dispiaciuto che ci siano tifosi che fischiano i giocatori, abbiamo un'ottima squadra".
I tifosi? "È frustrante avere lo stadio mezzo vuoto dopo che siamo arrivati secondi in campionato per due anni di fila e siamo agli ottavi di Champions. Sono sulla stessa linea d'onda di gran parte dei tifosi: loro sono grandi e ci danno calore. So dei problemi con la Curva Sud ma abbiamo provato a risolverli: siamo dalla loro parte. Il proseguo della stagione? Ci sono stati alti e bassi, vedremo cosa otterremo alla fine dell'anno. Forza Roma", ha aggiunto Pallotta.