Un inizio di stagione tutt'altro che esaltante per Edin Dzeko, anche se la Roma di Rudi Garcia vola anche senza i suoi gol. Il campione bosniaco ha raccontato il suo inizio di campionato con la maglia giallorossa ai microfoni del Corriere dello Sport, analizzando i primi mesi nella Capitale, le potenziali avversarie per lo Scudetto e tanto altro. 

"Se mi aspettavo il primato? Perché no. Sapevo di essere arrivato in una grande squadra, ma la stagione è ancora lunga. Ciò che conta davvero è di essere primi alla fine. Da questo punto di vista la sfida con l’Inter non è ancora decisiva, anche se la partita è importante. Chi vince prenderebbe fiducia e per questo a perdere non ci penso proprio".

Inevitabile non parlare di Scudetto e delle possibili antagoniste alla sua Roma. Questa l'analisi di Dzeko: "Quest’anno non ci sono favorite. Ci siamo noi, l’Inter, il Napoli, la Fiorentina e anche la Juve. È sempre una grande squadra e si riprenderà. Il Napoli gioca molto bene. Con un campione come Higuain davanti, se non avrà infortuni è la più pericolosa. Lui e Pjanic adesso sono i più decisivi della Serie A. L’Inter però ha una rosa più lunga e quindi più soluzioni di emergenza".

Si passa dagli avversari all'analisi delle sue prestazioni, che sono in crescita anche se il gol stenta ad arrivare: "Non sono contento, per me il gol è importante, ma non mi sento oppresso. La squadra conta di più. Penso che chiunque preferirebbe vedere la Roma vincere e Dzeko restare a un solo gol. Ma i gol arriveranno. E in ogni caso non mi fisso traguardi. Ho sempre segnato e sono sicuro che segnerò anche qui, ma non voglio mettermi una pressione da solo. Per lo scudetto rinuncerei ai miei gol. Sarei disposto a rimanere a secco fino a fine della stagione Vincere il titolo qui non succede da tanto e sarebbe più importante che andare all’Europeo con la Bosnia, con cui ho già fatto il Mondiale. Se perdessimo con l’Irlanda e non andassimo in Francia, in fondo, sarà solo colpa nostra".

Roma attesa, dopo le cinque vittorie di seguito e dalla gara contro l'Udinese all'esame di San Siro contro l'Inter, una delle tre inseguitrici dei giallorossi. "Chi toglierei alla Roma? Va bene se ne tolgo un paio? Jovetic, perché è un grande giocatore, e Icardi. Stevan è un fenomeno, sono felice che stia bene e gli auguro il meglio, ma a partire dalla partita successiva".

Dal campionato alla Champions, con il discorso qualificazione tutt'altro che chiuso. Dzeko analizza cosa manca alla sua Roma per fare bene anche in Europa: "Arrivare agli ottavi è uno dei nostri obiettivi e andare fuori dispiacerebbe a tutti. Abbiamo fatto una grande partita con il Barcellona e se puoi fare bene con loro puoi farlo con chiunque. In Europa però non ci sono partite facili, lo abbiamo visto col Bate. Ora abbiamo il 50% di possibilità di passare, però mercoledì dobbiamo vincere".

Infine, un capitolo a dir poco toccante: il racconto della sua gioventù vissuta durante la guerra. "A sarajevo vivevamo in 15 in 37 metri quadri. Andavamo nei rifugi senza sapere mai quanto tempo dovevamo restarci. Quando suonavano le sirene, avevo paura di morire. Quando hai avuto paura per la tua vita e quella dei tuoi familiari, i problemi del calcio sono niente al confronto. Non ho segnato? Fa niente, segnerò alla prossima. Le cose importanti sono altre".