Un primo posto da difendere... o forse no. La Roma guida la classifica di Serie A e domani sera si prepara ad affrontare l'Udinese, ma l'obiettivo non è quello di mantenere il primato, bensì attaccare e vincere. Questo il diktat di Rudi Garcia in conferenza stampa stamani: "La partita che arriva è la più importante, soprattutto questa volta. Hanno capacità e qualità, non guardiamo la classifica ma il giorno dopo aver preso il primo posto è arrivato il momento di accelerare. Noi non difenderemo il primo posto, vogliamo attaccare i tre punti e vincere".

Dopo il 4-4  di Leverkusen si è vista una Roma ben diversa: "Possiamo far gol in ogni momento, questa è una qualità della squadra. Poi serve equilibrio per mantenere il risultato, cerchiamo sempre di migliorare. Dopo Leverkusen eravamo arrabbiati ma siamo rimasti positivi, ma dopo un pareggio del genere è normale e giusto essere arrabbiati. La squadra dopo lo svantaggio ha risposto in maniera fantastica, solo le squadre forti possono reagire così". 

Il cambio di atteggiamento è stato notevole, così come il poco possesso palla che la Roma sta esercitando: "La verità di un giorno può cambiare velocemente nel calcio. Ripeto l'atteggiamento della squadra è sempre stato giusto, serve equilibrio. A me piace la Roma che vince, indipendentemente dal gioco. A me piace tenere la palla, per colpa di Salah questo tipo di gioco è durato solo 6 minuti... Domani dovremo essere in grado di fare tutto, attaccare e difendere bene ma i ragazzi sanno già cosa fare".

La Roma è ad oggi considerata la favorita per lo scudetto, ma Garcia non sente questo peso: "Non mi fa ne caldo ne freddo, ripeto quello che dico sempre: il fatto di essere al primo posto non vuol dire che siamo favoriti. Mi piace l'atteggiamento, i ragazzi sono primi con merito. Non conta guardare indietro e non conta la classifica, noi andremo avanti partita dopo partita. I ragazzi hanno capito questa cosa ma la conferma l'avrò solo a fine partita". Anche perchè, oltre al campionato, c'è anche la Champions sullo sfondo: "Non farò mai una scelta fra Champions e campionato. Io voglio vincere tutte le competizioni a cui partecipiamo, anche se il campionato è il pane quotidiano. Per vincere la Champions servirebbe un miracolo, ma questi fanno parte della vita. Sicuramente vogliamo passare il girone, poi vedremo".

Importanti sono anche i sacrifici in fase difensiva degli attaccanti: "Salah e Gervinho? Dall'inizio di stagione, tutti i ragazzi hanno dimostrato il giusto atteggiamento, quello che piace a me. La star è la squadra, nonostante i grandi campioni. Solo la squadra aiuta i singoli ad emergere. Su Dzeko serve che le cose siano chiare sul piano tattico. Lui è un grande campione e un grande bomber, sono certo che farà tanti gol. Il sacrificio? Era l'unico modo per vincere la partita, la squadra deve essere al servizio della strategia giusta per vincere".

E intanto si pensa a come schierare la difesa: "Castan è tornato, ma c'è da considerare la concorrenza. Per me giocano i migliori del momento, lui sta lottando e quando sarà il migliore entrerà in campo. Non dimentichiamoci, poi, che ci sono tante partita. Manolas? I greci sono forti. Il difensore centrale è un ruolo particolare, richiede un po' meno sul piano fisico. Lo vedo bene, è stato infortunato prima della sosta e si è allenato bene durante la pausa. Per ora sta bene, ma valuterò tutto".

Nel frattempo si lavora per recuperare Totti e Keita: "Hanno avuto infortuni importanti dal punto di vista muscolare. Stanno facendo il loro percorso, non so quando torneranno ma sicuramente dopo la sosta. Vediamo se riusciremo a recuperarne uno prima. In allenamento e in gara sto attento a tutti, qualcuno meriterebbe di giocare di più ma ora la squadra sta facendo bene".

De Rossi mancherà all'appello, Garcia non sa ancora come schierarsi ("Vediamo, possiamo giocare anche senza regista"), ma può contare su Vainqueur come vice: "A Firenze veva un compito preciso, aveva capito che doveva dare una mano a Pjanic e Nainggolan. Deve proteggere la cerniera centrale, ha capito i dettami. E' un giocatore umile che pensa alla squadra, sta imparando l'italiano e si sta ambientando. Ora deve crescere in personalità come ha fatto a Firenze per far capire di essere più di una riserva".