E' un Rudi Garcia categorico, deciso, ma anche ritrovato nella fiducia e nei risultati, soprattutto, quello che si presenta in conferenza stampa per presentare la sfida di domani sera che vedrà la sua Roma impegnata in casa del Milan di Pippo Inzaghi. Una gara decisiva, fondamentale per continuare il cammino verso il secondo posto, riconquistato grazie alle due vittorie consecutive contro Sassuolo e Genoa.
Su queste due gare torna Garcia, che parla dell'atteggiamento della sua squadra e di cosa potrebbe cambiare domani sera. "È vero, con il Sassuolo e il Genoa dopo che siamo andati in vantaggio ho deciso di giocare più bassi e compatti e ripartire in contropiede. Ma non sappiamo cosa può succedere domani".
Guai a sottovalutare il Milan, in crisi di identità e risultati. "Non mi interessano le altre partite e le altre cose. Noi dobbiamo pensare soltanto a vincere il nostro incontro. Dobbiamo essere assolutamente concentrati e valutare soltanto le nostre condizioni e il nostro gioco, anche se il Milan ha qualità, sia nei singoli che nel collettivo".
Si passa ai singoli, passando dal momento difficile di Francesco Totti, ai margini dell'undici titolare, per finire agli infortunati e agli ex della gara, Mattia Destro. “Destro? Giocatore talentuoso, ma adesso non è un mio giocatore. Doumbia, Keita e Ljajic? Sembra che stiano meglio. Domattina faremo un piccolo allenamento e decideremo. Totti? Lui è un grande campione, ma va lasciato tranquillo. Può iniziare la gara o entrare a partita in corso, ma noi dobbiamo solo pensare a vincere e ad avere i giocatori al 100% fisicamente e mentalmente".
Presente, con la sfida contro il Milan analizzata, al futuro, con il riscatto di un uomo cardine della sua Roma, Radja Nainggolan, che sembra sempre più lontano. Tuttavia, Garcia, glissa sull'argomento, particolarmente stizzito: "La parola d’ordine è concentrazione, non abbiamo alcun secondo per pensare a situazioni personali ed essere distratti. Per me, comunque, tutti i giocatori sono importanti. Io parlo solo di campo perché sono un allenatore, non sono né un presidente, né un direttore sportivo, né un medico. E infatti mi rendo conto che questa conferenza è noiosa, lo è anche per me. Non ci sono brutte domande, ci sono solo le brutte risposte".