La Roma prova a far squadra. Dopo l'uscita dall'Europa League e il colloquio acceso con i tifosi giallorossi, Garcia e Sabatini, in bilico tra presente e futuro, scelgono di chiudere la porta a spifferi esterni e polemiche accese. Resta da conquistare la qualificazione alla prossima Champions League, da difendere il secondo posto, utile per evitare fastidiosi preliminari. Alle spalle della Roma, quattro pericoli: Lazio, Napoli, Fiorentina, Sampdoria.
Il rischio è che il crollo continui, portando la Roma fuori dall'Europa che conta e contaminando anche la prossima stagione, programmata con le entrate, ingenti, che solo la Champions può garantire. Il rischio è di un ridimensionamento, qualcosa di impensabile solo qualche settimana fa.
Con il Cesena, l'ennesima partita verità. Nelle ultime due uscite, tra campionato e Coppa, 5 gol subiti, 0 reti all'attivo, la sensazione di un undici alla deriva. I bianconeri di Di Carlo puntano sul fattore casalingo e su un buon momento di forma. Il Cesena ha nel mirino l'Atalanta ed è in piena corsa salvezza.
Garcia conta gli uomini utili per la trasferta del Manuzzi, tra assenze forzate e scelte tecniche. A centrocampo è ancora emergenza, per squalifica mancano Keita e Pjanic. Il primo, vittima di un trauma distorsivo al ginocchio sinistro, mette nel mirino il Napoli. Tocca a De Rossi, uno dei bersagli del pubblico giallorosso, con Nainggolan, al rientro, e Paredes.
Yanga-Mbiwa punta al recupero lampo, ma al centro della difesa il tecnico francese si affida a Astori e Manolas. A sinistra ballottaggio Cole - Holebas, a destra Torosidis. L'alternativa è Florenzi, per uno schieramento più improntato ad offendere.
Totti, mestamente seduto in panchina ad osservare la debacle di Coppa, è il punto di riferimento davanti, ai suoi lati Gervinho e Ljajic.