5 goal e tante occasioni create, anche se c’è da registrare la difesa che concede un po’ troppo. Il Belgio batte la Tunisia con una manita e – a meno di clamorosi ed improbabili ribaltoni – si conquista l’accesso agli ottavi di finale del Mondiale. A scatenarsi sono due tra gli uomini più attesi che stanno confermando tutte le aspettative.

Uno è Eden Hazard: il capitano, dopo l’assist nella prima partita, si mette in proprio e realizza una doppietta, oltre a fornire una prestazione di altissimo livello, fatta di giocate sopraffine ed espressione di talento allo stato puro, come ha abituato i tifosi del Chelsea. Prima si conquista il calcio di rigore che lui stesso trasforma per l’1-0, poi chiude i conti servendo il poker al 51’; nel mezzo, tanti numeri e la dimostrazione di come il numero 10 sia arrivato in forma nel momento più importante per la sua nazionale. L’altro è Romelu Lukaku, anche lui autore di una doppietta: l’attaccante del Manchester United raggiunge Cristiano Ronaldo in testa alla classifica cannonieri di questo Mondiale e conferma il suo killer instinct implacabile. Per Roberto Martinez le note liete sono tante, come l’ottima prova di Meunier sulla fascia destra, l’apporto sempre importante di Mertens in entrambe le fasi, la qualità immensa di De Bruyne e la solidità di Witsel, ma contro un avversario non irreprensibile la difesa ha sofferto troppo. Dopo aver raggiunto il doppio vantaggio, la squadra si è rilassata ed ha subito immediatamente il goal di Bronn che ha accorciato le distanze ed ha aperto un buon momento per la Tunisia, alla quale è mancata la concretezza negli ultimi 20 metri. Tra il 3-1 di Lukaku ed il 5-1 di Batshuayi il Belgio ha controllato bene, ha creato tantissimo – le marcature avrebbero potuto essere di più – ed ha sigillato la vittoria, ma nel finale, oltre alla rete di Khazri, Courtois ha rischiato di capitolare in un altro paio di occasioni.

Ora testa all’Inghilterra, nel match che deciderà la prima del girone G, da affrontare con la consapevolezza di essere una grande squadra in grado di competere anche con la tradizione delle big: in un’annata in cui le tante favorite faticano, chissà che non sia la volta buona che una outsider alzi la Coppa.