Nel volley solitamente i mesi estivi sono dedicati alle nazionali. Facciamo delle riflessioni su ciò che è avvenuto in questa prima parte di stagione per l'Italia femminile e quella maschile. Il tutto cercando di proiettarci in ottica di forward looking verso i prossimi appuntamenti.

L'Italia femminile veniva da una disastrosa spedizione alle Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016, acciuffate proprio per i capelli e concluse con una prematura eliminazione. La nazionale era da ricostruire. Il traghettatore Cristiano Lucchi è riuscito, puntando su un mix di gioventù ed esperienza, a qualificarla per gli Europei. Ha poi passato il testimone a Davide Mazzanti, un tecnico già capace di vincere a livello giovanile in nazionale e pure in quello maggiore con le squadre di club. Lo stesso Mazzanti ha centrato la qualificazione ai Mondiali dell'anno venturo. Ha continuato nel lavoro di dare una precisa identità di gioco e di squadra a questa Italia. Gli effetti si sono visti con il secondo posto nel World Grand Prix. Resta è vero l'amaro in bocca per quello che sia al maschile che al femminile sta ormai diventando il "tabù Brasile", però chi alla vigilia avrebbe scommesso sul podio per questa nazionale? L'Italia femminile può guardare con maggiore serenità agli Europei di fine settembre in Azerbaigian e Georgia, consapevole di poter provare a dire la sua.

Se l'Italia femminile ha più di un motivo per sorridere, lo stesso purtroppo non si può dire per quella maschile. Quest'ultima purtroppo non è nuova a estati turbolente e burrascose, in tempi più o meno recenti. Nel 2014 c'è stata la disastrosa spedizione ai Mondiali in Polonia, conclusa con il tredicesimo posto. L'anno successivo c'è stata una World League terminata al quinto posto, che ha lasciato strascichi polemici per avvenimenti accaduti fuori dal Mondoflex. Il tutto ha portato all'avvicendamento in panchina di Mauro Berruto con Gianlorenzo Blengini. Quest'ultimo è riuscito a restituire fiducia all'ambiente, centrando: il secondo posto in World Cup e la qualificazione alle Olimpiadi, il bronzo agli Europei. Lo scorso anno non si è riusciti a sfatare il tabù della medaglia d'oro alle Olimpiadi, fermandosi ad un passo dal sogno, come ad Atlanta 1996 e Atene 2004. Fino a lì l'argomento di discussione è stato il tanto atteso salto di qualità che non arriva mai per la nazionale maschile. Poi però è arrivata l'ultima disastrosa World League, con la retrocessione nel secondo gruppo evitata solo grazie al regolamento. Come se non bastasse è arrivata pure l'esclusione di Ivan Zaytsev dalla nazionale per il problema delle scarpe e relativi strascichi polemici. Il tutto con gli Europei di fine agosto e una Grand Champions Cup ancora da preparare e disputare.

Al momento attuale sta meglio l'Italia femminile. Quest'ultima può preparare e disputare serenamente gli Europei, concentrandosi su come arrivarci nel miglior modo per poter dire la sua. Quella maschile ha molti rebus da risolvere. Però per certi versi la situazione ricorda molto quella del 2015. In passato l'Italia maschile ha dato il meglio quando si è trovata con le spalle al muro. Saprà come l'araba fenice risorgere anche questa volta, centrando quel primo posto continentale che manca dal 2005? Il campo ci dirà la verità.