Gli assoluti primaverili sono in archivio ormai da qualche giorno. Una rassegna importante per il nuoto italiano, utile a riscoprire campioni affermati e a coltivare talenti in erba. Ora, spazio al mondo. In attesa dei botti a stelle e strisce, si nuota in Australia e Cina e le risposte sono esplosive. Cameron McEvoy, il battuto di Rio, alza la voce. Dall'altare alla polvere in un battito d'ali sotto il sole del Brasile, ora è tempo di rivincita. Il mondiale di Budapest come appuntamento di stagione, un duello interno che trova la sua prima espressione a Brisbane. McEvoy infrange il muro dei 48"00 nei 100 sl, tocca in 47"91, attento a rifinire una porzione di gara, l'ultima, spesso fatale. Il giovane Chalmers è lì, in agguato, secondo. 48"20, con Cartwright terzo in 48"43, propositi di staffetta d'oro.
Sun Yang è invece in acqua a Qingdao, località che ospita i Trials cinesi. Dopo il primo riscontro al mondo sui 400 - 3'42"16 per oscurare Detti - il fuoriclasse asiatico replica sulle quattro vasche. In semifinale, Sun scende a 1'46"11 - già meglio del Detti di Riccione - in finale, poi, esibisce la consueta azione, elegante, sinuosa. Il suo incedere è continuo, non c'è mai un punto di rottura. 1'44"91, di questi tempi, in primavera, cosa non da poco. Il favorito, nel mezzofondo, resta Sun, Paltrinieri permettendo sui 1500. Dopo una rassegna a cinque cerchi in chiaroscuro, l'obiettivo è rimettersi alle spalle la concorrenza. Il risveglio cinese prende forza dal gigante Sun, ma sono diversi i riferimenti di primo livello. Nei 100 dorso, Xu Jiayu archivia la prova in 51"86, primato nazionale, a un centesimo dal record del mondo di Murphy.
Sun nei 200
Infine, un tuffo in Svezia, a casa di Sarah Sjoestroem. La svedese, dopo il clamoroso 23"83 sui 50 stile, a un passo dalla Steffen di Roma 2009 (23"73), replica nella gara regina. Sfodera un clamoroso 52"54, record di Svezia, quarto tempo di sempre. L'impressione è che la scandinava abbia un obiettivo definito, prendersi la leadership e interrompere il dominio australiano, in specie quello delle sorelle Campbell.