Sulla mitica Chuenisbärgli è Alexis Pinturault a fare la voce grossa. Il francese scende con il primo pettorale chiudendo la sua prova in 1:12.91 con una sciata che fin da subito è apparsa buona e senza sbavature e così è stato, anche se probabilmente il grande vantaggio accumulato dal transalpino è dovuto in parte al deterioramento prematuro della neve sulla pista.
A conferma di ciò i restanti due posti del podio della prima manche sono occupati dal pettorale numero tre e numero cinque, assegnati rispettivamente al sorprendente Schoerghofer e al Cannibale, Marcel Hirscher. L'austriaco meno quotato è quello che più va vicino al tempo di Pinturault, ottenendo anche qualche centesimo di vantaggio prima di sperperarlo durante il muro finale e chiudere a 64 centesimi di ritardo dal francese. Non è stato così efficace Hirscher che ha confermato il momento un po' buio che parte dallo slalom di Zagabria. Le tante imprecisioni nella parte centrale del gigante gli presentano il conto nel muro finale e arriva così al traguardo con sette decimi spaccati di ritardo. Si è difeso tutto sommato bene Henrik Kristoffersen che paga 1.31 al transalpino, ma nella seconda manche proverà a giocarsi le sue carte sperando in un errore del Cannibale per guadagnare punti in ottica coppone. La stessa cosa si può dire di Mathieu Faivre che partirà con il settimo tempo. Dopo le prime discese, l'unico che è riuscito ad inserirsi nella top 10 è Matts Olsson, autore di una grandissima prima manche con il pettorale numero 25, mentre è stata decisamente una brutta prima manche per i colori azzurri che sono stati assenti ingiustificati.
L'unico portacolori italiano a salvarsi è Luca De Aliprandini che chiude in top ten dopo una discreta manche a un secondo e ottanta centesimi da Alexis Pinturault. Tutti gli altri azzurri sono invece sprofondati oltre i due secondi abbondanti di distacco. Ripartiranno nella seconda manche Roberto Nani, con 2.43 centesimi di svantaggio, Manfred Moelgg, Florian Eisath e Riccardo Tonetti rispettivamente con +2.53, +2.56 e +3.39. Non c'è bisogno di dire che tutte le speranze italiane sono riposte in De Aliprandini, mentre gli altri avranno bisogno di un miracolo per ottenere un risultato quantomeno discreto.