Il torneo olimpico di volley femminile sta riservando grandi sorprese, con uscite di scena eccellenti. Nei quarti di finale il Brasile padrone di casa, che puntava al terzo titolo olimpico consecutivo davanti al proprio pubblico, è stato eliminato al tie break dalla Cina. Quest'ultima sfiderà questa notte, alle 3.15 italiane, in semifinale l'Olanda di Giovanni Guidetti, che si è sbarazzata per 3-1 della Corea del Sud. Un'altra uscita di scena eccellente è stata quella della Russia, sconfitta per 3-0 dalla Serbia, che l'ha annichilita sul piano del gioco. La formazione balcanica ha sfidato nella prima semifinale gli Usa, quest'ultimi reduci da un netto successo per 3-0 sul Giappone.
Il primo set ha visto le 2 formazioni affrontarsi a viso aperto, viaggiando a lungo spalla a spalla nel punteggio. Una volta raggiunta quota 20 però è salita in cattedra per gli Usa la centrale Foluke Akinradewo. Quest'ultima ha risolto quasi da sola il primo set a favore della sua squadra, firmando punti in attacco e a muro. Purtroppo però alla fine del parziale la stessa Akinradewo ha subito un infortunio al ginocchio, non facendo più rientro in campo. Questo peserà in negativo sulla partita della formazione di Karch Kiraly. Il secondo set ha visto la reazione della Serbia, che con la sua battuta ha fatto veramente male alla ricezione statunitense. Oltre a spingere al servizio, la formazione balcanica lo ha fatto pure in attacco con: Mihaijlovic, Boskovic e Rasic. La regista Alisha Glass non è più riuscita a servire adeguatamente le proprie bocche da fuoco, risultando prevedibile per il muro avversario. Non è bastato neppure inserire l'opposta Lowe per Murphy e Robinson per Hill in banda. Il terzo set ha confermato la superiorità della Serbia sugli Usa. La sola differenza è stata il viaggiare con il pilota automatico, da parte delle balcaniche una volta preso il largo nel punteggio. Il quarto parziale ha visto la Serbia disunirsi non giocando più di squadra e gli Usa che sembravano finalmente, dopo un lungo lavoro sul proprio gioco, aver trovato la quadratura del cerchio. Si è arrivati così al quinto set. Quest'ultimo assieme al primo è stato uno dei migliori per qualità di gioco e intensità delle emozioni offerte. Sono partiti meglio gli Usa ma la Serbia non ha mollato, non permettendo alla formazione di Kiraly l'allungo decisivo. Si è arrivati al 13-13. A quel punto sono stati decisivi: una battuta di Adams terminata sulla rete ed un contrattacco balcanico caduto nel campo americano. La Serbia è la prima finalista di questo torneo olimpico.
La formazione balcanica è apparsa in un forma smagliante e il traguardo raggiunto ampiamente meritato. La Serbia ha un proprio gioco e un'identità. Ha stupito le avversarie: Russia prima e Usa poi, per organizzazione e precisione nei fondamentali. Gli Usa non hanno saputo trovare adeguate contromisure per metabolizzare l'uscita dal campo di Akinradewo. Avrebbe forse fatto comodo la presenza in panchina di Lauren Gibbemeyer? Le statunitensi hanno pagato la fragilità in ricezione, con Hill e Murphy in giornata no in attacco. Perchè continuare ad insistere con Glass in cabina di regia e non inserire Carli Lloyd? Karch Kiraly prima della finale per il bronzo avrà tempo per meditare su queste cose? La Serbia attende l'altra semifinale tra Cina e Olanda.