35 anni, una vita sul campo, i segni, sul volto, della fatica. L'ultima battaglia ha un sapore diverso. Non è solo il contesto olimpico ad accendere una fiamma speciale nel cuore di Antonella Del Core. Rio è il punto di arrivo di una carriera di successo, un'occasione per firmare il capitolo conclusivo con un dipinto d'artista. Pesa sulle possenti spalle di Antonella una responsabilità importante, mantenere equilibrio e armonia all'interno dell'ambiente azzurro. La bolla Diouf, un'esplosione fragorosa al momento dell'esclusione, non può non portare conseguenze, il clima, specie al di fuori della squadra, è rovente, con Bonitta sul banco degli imputati. All'interno, tra allenamenti e rifinitura, si prova ad eliminare pericolosi spifferi. Nazionale giovane l'Italia, gocce di colore ad allontanare lo spettro del declino. Un intreccio interessante di talento ed esperienza. Trovare la giusta formula per esaltare al massimo il potenziale a disposizione, questo il compito del commissario tecnico.
A poche ore dal debutto con la Serbia - il match è in programma nella notte, alle 3.35 - Antonella del Core, capitana, simbolo, rivela le sue sensazioni alla Gazzetta dello Sport. Fuochi d'artificio in avvio, la Serbia spaventa, per consistenza e forza, un banco di prova probante per una Nazionale, quella azzurra, in cerca di identità.
"Tutto il girone è in salita per noi, non solo la prima partita. Inutile nascondersi dietro a un dito. Proveremo a fare del nostro meglio: l'obiettivo principale, lo abbiamo detto fin dall'inizio, è passare il girone"
Il confronto aiuta, il confronto scioglie la tensione. L'Olimpiade è un'esperienza unica, può bloccare mente e braccio, è fondamentale avvicinarsi all'evento traendo forza dall'atmosfera circostante, veicolando in modo positivo la paura.
"Ne parliamo tanto tra di noi. Questo ci ha aiutato a viverla, soprattutto le ragazze che sono ai giochi per la prima volta, cercando di capire il meccanismo di questo torneo molto particolare. Non abbiamo fatto nulla di speciale, viviamo giorno per giorno. Sono più che felice di dare suggerimenti quando posso".
Il ricordo a cinque cerchi non è lieve. Lo stop del 2008, un sogno infranto - per tre volte consecutive - ai quarti. Rio è occasione di riscatto, catarsi di sport e di vita, senza cedere all'entusiasmo, all'eccessiva euforia.
"Puntiamo sempre in alto, ma guardando a questa edizione dei Giochi bisogna stare anche con i piedi ben piantati per terra e tenere conto del valore degli avversari che è di tutto rispetto. Proveremo a dire la nostra"
Difficile trovare - con ogni compagna - il giusto feeling. Un gruppo - numeroso - vive di rapporti più o meno forti, di intese più o meno accentuate. Unità e cuore, principi che sovrastano il mero dato tecnico, che annullano differenze di talento. Chiude così Antonella Del Core.
"Nella mia vita sono stata in pochissimi gruppi in cui tutte e dodici le giocatrici andavano d'accordo. E in un gruppo di donne è veramente difficile che succeda. Qui è così. L'unità e il cuore che mettiamo in ogni cosa ci contraddistingue"