La medaglia del lavoro, un bronzo di intelligenza e carattere. Federico Turrini non è un fuoriclasse assoluto, ma sa spremere il suo corpo, sa ottenere il massimo in ogni occasione.
La condizione a Londra non è scintillante, serve una prova curata nel dettaglio per "giocare" spalla a spalla con gli avversari diretti. L'ingresso in finale non riserva particolari patemi, ma per salire sul podio occorre un ulteriore salto di qualità.
Turrini è in sesta corsia, al centro i favoriti, il soprendente Nagy, miglior tempo di ingresso in finale, e l'ungherese Verraszto. L'azzurro paga dazio a delfino, ma sfrutta il dorso per riportarsi in linea di galleggiamento. Fondamentale il terzo cento, a rana, spesso fatale a Turrini. L'azione è buona, Federico si allunga e riesce a mantenere il passo di Nagy, G.Gyurta e Litchfield. Davanti fa il vuoto Verraszto.
Le ultime due vasche, a stile, assegnano le medaglie. Turrini ricuce il minimo distacco nei metri iniziali, poi apre il gas dopo la virata conclusiva. Subacquea e apporto importante di gambe. L'azione è travolgente, Turrini fagocita Gyurta e Litchfield e chiude poco dietro Nagy.
Oro Verraszto - 4'13"45 - argento Nagy, bronzo Turrini, 4'14"74.