La Nobiltà Rossoblu in questa 2 giorni di Final Four di Coppa Italia di volley femminile ha esposto uno striscione con scritto “Ritorno alla vittoria”. Ebbene le beniamine di questa tifoseria, le giocatrici della Foppapedretti Bergamo hanno preso le parole alla lettera, centrando l’obiettivo del successo in Coppa Italia. Per la formazione orobica si tratta del 6° successo nella storia della competizione, su 13 finali complessive disputate. Tutto ciò è avvenuto in un tempio del volley in rosa, il PalaDeAndre di Ravenna, che ha ospitato le gesta della mitica Olimpia Teodora degli 11 scudetti consecutivi ed è stata raggiunta dalla stessa Foppapedretti Bergamo per quanto riguarda il numero di affermazioni in Coppa Italia.
In finale si sono sfidate la Rebecchi Nordmeccanica Piacenza e la già citata Bergamo. Le emiliane vi sono arrivate dopo aver eliminato in semifinale Montichiari per 3-1. Le orobiche hanno invece sconfitto al tie-break Casalmaggiore e nei quarti le detentrici del trofeo, cioè Novara, guadagnandosi la nomea di ammazzagrandi. Marco Gaspari, tecnico di Piacenza ha preferito al centro la ex Laura Melandri a Christina Bauer, sperando che la romagnola si ripetesse sui livelli di ieri. Sull’altro fronte Stefano Lavarini ha schierato la stessa formazione vista dal terzo set della semifinale, con Plak in posto 4, Durisic al centro. Nel primo set le emiliane hanno pagato a caro prezzo il fatto che la schiacciatrice olandese ha faticato a trovare il ritmo in attacco, così come la loro opposta Indre Sorokaite. La Foppapedretti invece non è stata mai doma. Tra le orobiche ha funzionato tutto come in un sistema a catena di montaggio: Cardullo e Gennari hanno tenuto in equilibrio la nave in seconda linea per quanto riguarda ricezione e difesa, Celeste Plak si è rivelata una spina nel fianco offensivamente con le pipe e non solo, Freya Aelbrecht è stata una saracinesca a muro. Ecco spiegato il 23-25 e il conseguente 0-1 per le rossoblu. Il secondo parziale è stato l’autentico spartiacque che ha spostato definitivamente l’inerzia dell’incontro nelle mani di Bergamo. Questo set è stato il più combattuto e sembrava non dovesse avere un padrone. Ha prevalso la formazione lombarda perché ha avuto più fame. Sono stati decisivi 2 muri consecutivi: il primo di Barun e il secondo di Plak. A Piacenza non è bastato l’ingresso dell’opposto tascabile Marika Bianchini per Sorokaite. Il 25-27 ha lanciato in orbita Bergamo verso la sua sesta Coppa Italia. Infatti nel terzo set Piacenza ha letteralmente mollato con la testa. Tra le rossoblu hanno continuato a martellare in attacco la stessa Plak ma anche Alessia Gennari, Durisic si è fatta sentire a muro e lo stesso Aelbrecht. Durante l’intera partita ha dispensato classe in cabina di regia Eleonora Lo Bianco, si è rivelato encomiabile l’impegno e l’abnegazione nel recuperare ogni pallone nelle file bergamasche. Tutto ciò è avvenuto dove nel volley maschile il pubblico ravennate ha ammirato le gesta di un certo Karch Kiraly. Gaspari ha provato inutilmente al centro la carta Bauer per Melandri, con Floortje Meijners che troppo tardi si è svegliata pure in battuta, non riuscendo ad evitare il 17-25 finale, nel tripudio di tifosi, giocatrici e staff avversari.
La Foppapedretti Bergamo ha conquistato meritatamente la sua sesta Coppa Italia. La società ha saputo barcamenarsi in tempi di crisi economica scegliendo di non dissanguarsi finanziariamente e di puntare sulle giovani. La scorsa estate ha rischiato di non iscriversi al campionato e l’arrivo di Percassi ha rappresentato l’ancora di salvezza, con la possibilità di acquistare rinforzi. Il tecnico Stefano Lavarini è riuscito ad operare sulla stoffa che ha avuto negli anni passati, riuscendo a ben figurare con le risorse a disposizione, raggiungendo sempre in Coppa Italia 2 anni fa la finale. Questa volta ha saputo dare alla squadra una precisa identità di gioco, azzeccando le mosse decisive per il successo. Questo risultato quanto influirà per Bergamo in ottica playoff scudetto? Sarà il verdetto del campo a dirlo. In ogni caso le avversarie hanno imparato ancora una volta di più che la Foppapedretti nei momenti che contano c’è sempre ed è pronta a dire la sua.