Non esiste nel panorama dello sci nordico un luogo più affascinante di Oslo-Holmenkollen
E non è un caso che la gara più attesa della Coppa del Mondo di sci di fondo sia proprio la 50 km di Holmenkollen, o almeno lo era prima che la Fis decidesse di rovinare anche questa competizione con l'ennesima partenza in linea dalla dubbia (?) spettacolarità. 

Basterebbe solamente osservare in silenzio lo scenario per innamorarsi della collina di Holmenkollen: un luogo ameno con una visione privilegiata sulla città di Oslo. Quando la foschia - ospite consueto da queste parti - dà qualche ore di tregua, è possibile scorgere un panorama mozzafiato, che proietta gli occhi e l'immaginazione dritto sui fiordi norvegesi. 
Anche il biathlon sente il fascino di questa località. E siamo certi che questa edizione dei campionati del mondo non rifuggirà da tale forma di attrazione. 
Nell'intervista rilasciataci qualche giorno fa, Massimiliano Ambesi ha ricordato in merito una celebre sprint del 2011, quando sulla collina di Holmenkollen Magdalena Neuner si inventò un numero dei suoi, uno di quei colpi da fuoriclasse che la rendono ancora oggi la biathleta più amata dagli appassionanti. 
Nonostante la febbre alta, riuscì comunque ad imporsi, grazie ad un ultimo giro sciato a ritmi, sostenuti per lei ed insostenibili per le altre. 

Il 3 marzo, purtroppo, Neuner non sarà alla partenza della staffetta mista, gara inaugurale dei prossimi mondiali
L'atleta tedesca ha deciso quattro anni fa di ritirarsi e di fare altro nella vita. 
Oggi le protagoniste sono altre, ma lo spettacolo non mancherà di certo. 
Quella che ci apprestiamo a commentare sarà l'edizione numero 48 dei campionati del mondo di biathlon. 
Oslo ha ospitato la rassegna iridata già nel 1986 e nel 2000; nel 1990 e nel 1999, invece, ha sostituito Minsk e Kontiolahti, mentre nel 2002 ha assegnato solamente le medaglie valide per la mass start mondiale.

Quest'anno i campionati del mondo hanno un collocazione temporale insolita: invece di svolgersi, come di consueto, a metà febbraio, vedranno occupate le prime due settimane di marzo
Gli atleti ci arriveranno, tra le altre cose, dopo aver affrontato due tappe nel continente americano, Canmore e Presque Isle, dovendo fare i conti con un fuso orario completamente diverso e con temperature, specie a Presque Isle, che hanno toccato sovente i -20 gradi. 
Il cammino di avvicinamento, dunque, è stato complesso per tutti; non a caso c'è chi ha scelto, come i norvegesi, di saltare uno o entrambi gli appuntamenti in Nord America per prepararsi al meglio ai campionati del mondo. 
Vedremo chi avrà avuto ragione. 

I protagonisti

Il protagonista numero uno non può che essere Martin Fourcade. Il francese si appresta a vincere la quinta Coppa del Mondo consecutiva e quest'anno, tra le altre cose, ha battuto un altro record, superando Raphael Poirée per numero di vittorie in competizioni di primo livello. 
Le sue 46 affermazioni complessive lo collocano al secondo posto all time dietro solo ad Ole Einar Bjørndalen. 
Con un'altra sfera di cristallo già in tasca, il transalpino affronta la rassegna iridata con l'obiettivo di affermare una volta di più il suo dominio. 
Ci sarebbe, però, un altro record che Fourcade potrebbe battere in questa edizione dei mondiali. Qualora riuscisse a vincere cinque medaglie su sei a disposizione, raggiungerebbe Ricco Gross, Sven Fischer e Frank Luck a quota venti medaglie iridate, piazzandosi anche qui alle spalle del solo Bjørndalen.  
Trattasi di un'impresa estremamente complicata, considerato il livello presente in campo maschile, ma tutto sommato alla portata di un Fourcade al massimo della condizione. 

La concorrenza, però, sarà elevata. I pericoli vengono innanzitutto dall'agguerrita squadra norvegese. 
Svendsen e Bjørndalen hanno deciso di disertare le tappe americane per concentrarsi sulla preperazione ai mondiali. I fratelli Bø, invece, hanno partecipato solamente alla tappa di Presque Isle, con Johannes capace di imporsi nella sprint. 
I norvegesi, dunque, arriveranno tirati a lucido; sarà da verificare, però, il loro rendimento dopo tanto tempo passato lontani da competizioni ufficiali. Tuttavia trattasi di atleti dalla grande esperienza ed in grado, sulla carta, di adattarsi subito al ritmo gara.
Anche Russia e Germania si giocheranno importanti carte da medaglia, con Anton Shipulin e Simon Schempp a comandare le rispettive squadre. 
La stagione di Coppa del Mondo ha detto che, al netto dei malanni di Schempp, sono proprio questi due gli atleti più continui (fatta eccezione ovviamente per Fourcade). 

Le sorprese, però, sono dietro l'angolo e, come ha dimostrato la vittoria di Dominik Windisch nella mass start di Canmore, in campo maschile sono tanti gli altri che possono inserirsi per un posto sul podio. 
Arrivano da una stagione particolarmente positiva gli austriaci: Eder, Landertinger, ma anche Julian Eberhard - qualora dovesse trovare magicamente le percentuali al poligono - potrebbero essere delle brutte gatte da pelare. 
Da questo punto di vista l'individuale è la gara che più di tutte si presta ai risultati sorprendenti. Qualora Eder dovesse trovare lo shoot-out non ci stupiremmo di vederlo sui gradini del podio. 

In campo femminile è difficile trovare un leader vero e proprio, anche se la Soukalova di questa stagione è sembrata pressochè inattaccabile. 
Salvo clamorosi cali di forma, la ceca si appresta a vincere la prima Coppa del Mondo della carriera, che sarebbe anche la seconda di sempre per la Repubblica Ceca. In questo momento ha un vantaggio di 135 punti su Marie Dorin Habert, un margine che sembra porla a riparo da qualsiasi sorpresa. 
Soukalova affronta questi mondiali con l'obiettivo ulteriore di vincere il suo primo oro individuale in una rassegna iridata, se è vero che in quattro competizioni fin qui disputate ha sempre mancato l'alloro più prestigioso. 
Per le caratteristiche dell'atleta, l'individuale sembra essere la gara fatta su misura per lei. 
Il campo delle avversarie sarà, però, anche in questo caso estremamente agguerrito. La sensazione è che le atlete da battere saranno tre: Kaisa Makarainen, Marie Dorin Habert e Laura Dahlmeier. 
Le tre appena citate dovrebbero avere qualcosa in più sugli sci e hanno preparato questi campionati del mondo nel migliore dei modi.
Qualora dovessero sparare con percentuali sul 90% sarà difficile per le altre provare a batterle. 

Italia

Ci proverà senza dubbio Dorothea Wierer, confortata dagli otto podi stagionali e da un terzo posto nella classifica di Coppa del Mondo che certifica la sua stagione da prima della classe. 
L'atleta azzurra può giocarsi le sue carte in ogni format, ma saranno senza dubbio l'inseguimento e l'individuale le gare dove potrà togliersi maggiori soddisfazioni. 
Nella 15 km Wierer insegue un altro appuntamento con la storia. Le basterà, infatti, chiudere al nono posto per portarsi a casa la coppetta di specialità, coronando così un'annata estremamente positiva. 
La maturità trovata nel corso della stagione, unita ad un passo sugli sci competitivo, le permetterà di competere con le migliori, puntando anche su quella velocità di esecuzione che rappresenta la sua qualità migliore. 
Le maggiori speranze di medaglia per l'Italia passano, però, dalla staffetta femminile, dove sembra certa la composizione Vittozzi - Oberhofer - Sanfilippo - Wierer. Anche qui non mancheranno le rivali, con Germania e Repubblica Ceca su tutte, pronte a far valere i propri assi. 

Sarà importante vedere quale sarà la condizione psicologica di Karin Oberhofer dopo la tragica scomparsa del padre avvenuta nelle settimane scorse. Sul suo sito personale l'atleta azzurra ha scritto un post stupendo, dove ricorda con emozione il padre e attraverso delle parole semplici ed essenziali, trova la forza per andare avanti. 
Cogliamo l'occasione per esprimere il nostro affetto e la nostra vicinanza nei confronti di Karin, consapevoli che la straordinaria forza interiore che la contraddistingue la aiuterà ad affrontare questo periodo difficile e ad esprimersi in pista sui livelli ai quali ci ha abituato. 

Per quanto riguarda, infine, la squadra maschile, sono esigue le speranze di podio. Lukas Hofer e Dominik Windisch saranno chiamati, innanzitutto, a qualificarsi per la mass start conclusiva, ottenendo dei buoni risultati tra sprint, inseguimento ed individuale.
L'obiettivo più prestigioso, ma anche più difficile da raggiungere, sarà provare ad eguagliare quanto di buono fatto nella staffetta mista di Sochi 2014, quando l'Italia raccolse un'insperata quanto straordinaria medaglia di bronzo.