Spettacolo doveva essere e spettacolo è stato. La Debora Compagnoni di Santa Caterina Valfurva è pista vera, tecnica, interminabile, tanto che anche i più allenati fra i protagonisti arrivano al traguardo con la lingua di fuori e l'acido lattico alle stelle. Ne esce una gara che è una lotteria, con tanti atleti che rimangono vittime dei tranelli e delle sconnessioni della pista: Peter Fill, così come il norvegese Aamodt-Kilde perdono gli sci, Ondrej Bank parte per la tangente ed esce, lo stesso Aksel Lund Svindal fa fatica e finisce dietro. E chissà cosa avrebbe potuto fare su queste curve quel fenomenale funambolo di Bode Miller...
Il numero di giornata lo però il nostro Innerhofer, che in uscita di curva sradica una porta e si porta il souvenir al traguardo, trovando anche il tempo di sistemarsi gli occhiali usciti di sede dopo l'impatto. Beffa delle beffe, per l'argento olimpico di Sochi, il podio sfumato per soli sette centesimi quando ormai sembrava cosa fatta: tutta colpa, meglio merito, del francese David Poisson, sceso con il numero 25 e bravo a trovare nuove linee non ancora esplorate da chi lo aveva preceduto nella picchiata lungo la pista dedicata alla fuoriclasse del gigante azzurro.
Festa completa per i cugini d'Oltralpe, che festeggiano grazie al ritorno alla vittoria di Adrien Theaux, tre anni dopo l'ultima volta datata 2012. L'1'47"29 finale è il tempo giusto per portarsi a casa l'intera posta e lasciare a 1"05 l'austriaco Hannes Reichelt, mentre in casa Italia il piatto piange: al netto del quarto posto di Innerhofer, si segnala il dodicesimo di Werner Heel, mentre c'è grande rammarico per Dominik Paris che, dopo aver navigato in linea di galleggiamento con i migliori - facendo anche registrare il record assoluto di velocità toccando i 151 km/H - incappa in un grave errore nella parte finale che lo relega addirittura in trentaquattresima posizione, mentre chiudono davanti a lui tanto Mattia Casse quanto Siegmar Klotz.