Una volta fiere rivali e amiche. Oggi solo rivali e con una cortina di ferro a calare fra le due. In mezzo, una storiaccia di doping che ha minato il rapporto fra le due, fino a far perdere a una il rispetto verso l'altra. 

C'era grande attesa ieri alla Kazan Arena per la sfida delle sfide sui 100 metri rana femminile. Da una parte Ruta Meilutyte, la bambina venuta dallo spazio che tre anni fa, a Londra, scese sul pianeta nuoto e si prese un oro incredibile proprio nei 100 rana; dall'altra la beniamina di casa, Yulia Efimova, bellezza cecena di 22 anni, cuffia rosa shocking da cui non si separa mai e una macchia chiamata doping che pende sulle sue spalle. Nel 2013, appena un paio di mesi dopo la trionfale campagna iridata di Barcellona, l'annuncio della positività a uno steroide (DHEA), a gennaio scatta la squalifica retroattiva: dopo aver rischiato fino a due anni, Yulia se la cava con 16 mesi. Una sorta di condono - derivante dal fatto che la sostanza incriminata, pur bandita dallo sport, non sarebbe stata assunta con finalità di incrementare le prestazioni - che ha permesso alla russa di essere presente ai Mondiali di casa, e che ha mandato su tutte le furie la Meilutyte: «L'ho sempre stimata come una delle mie rivali più forti, e abbiamo dato vita a una grande rivalità, ma ora non riesco più a vedere in lei un'avversaria onesta e leale», ha detto la lituana a BBC Sport lo scorso aprile.

Una vera e propria entrata a gamba tesa ad altezza ginocchio. Il rendez-vous di ieri, quindi, ha calamitato fin da subito le attenzioni di tutti, tanto che gli organizzatori lo hanno strategicamente piazzato come ultima gara del programma. Un'attesa dettata, viste le premesse, non solo da una sfida che si preannunciava elettrizzante sul piano tecnico (facile quando a confrontarsi sono le due migliori al Mondo), ma anche e soprattutto dalla rivalità inasprita fra le due. Che a fine gara si è tramutata in una vera e propria guerra fredda, con le due protagoniste che non si sono degnate di uno sguardo nè di una stretta di mano di circostanza. 

E così, mentre la Efimova si godeva il boato da brividi di uno stadio tutto ai piedi della regina riconfermata, Ruta al suo fianco metteva il broncio e rimuginava su quello che sarebbe potuta essere la storia di questi 100 rana se solo la squalifica della rivale fosse stata più ampia. «Penso che sia stata una punizione fin troppo blanda. Chi prende droghe dovrebbe subire conseguenze più serie» ha rincarato Ruta come chiosa della medesima intervista al braodcast inglese (fonte: BBC Sport). Sul podio strette di mano e baci di circostanza, ma l'impressione forte è che siamo solo alla prima puntata: ci sono ancora i 50 metri, per un nuovo, avvincente, testa a testa. E, molto probabilmente, per un nuovo atto di questa autentica Guerra Fredda delle acque clorate.