La seconda sfida valida per il quarto weekend della fase a gironi della World League di pallavolo maschile, ha visto il Brasile prendersi la rivincita sull'Italia, dandole una severa lezione.
Di fronte ad un Mandela Forum di Firenze sold out i verdeoro si sono rivelati implacabili. Non c'era molto da esaltarsi dopo la vittoria azzurra di venerdì scorso così come non bisogna deprimersi dopo la sconfitta di ieri sera. Bisogna invece essere realisti e analizzare la realtà dei fatti. Al momento attuale l'Italia ha ancora tanta strada da fare per sfidare le maggiori potenze del volley. Il Brasile ha tante frecce al proprio arco e può permettersi di cambiare gli interpreti senza che il gioco ne risenta. Ad esempio ha lasciato riposare l'opposto Wallace ed Evandro l'ha sostituito realizzando 20 punti. Il sarto opera sulla stoffa che ha e Mauro Berruto purtroppo ha la coperta corta. Se poi la sua squadra si rivela fallosa al servizio, deficitaria a muro e negli altri fondamentali non si può contrastare adeguatamente un avversario di rango nettamente superiore.
Qualcuno dirà magari che vorrebbe la testa del tecnico azzurro oppure che sbaglia ad insistere sempre sugli stessi giocatori. La federazione e le varie società dovrebbero aiutare Mauro Berruto. Infatti il blocco delle retrocessioni e la Superlega non hanno sfruttato l'opportunità di lanciare i giovani. Serve a poco una serie A2 che dà la priorità ai giocatori nostrani se poi questi dopo non trovano adeguato spazio nel massimo campionato. La norma dei 4 stranieri per squadra sta letteralmente strangolando i nuovi talenti di casa nostra. Di conseguenza poi non ci si può lamentare se si rimediano scoppole in campo internazionale e i vari Zaytsev, Birarelli, Travica, sono privi di alternative valide. Quel che manca in Italia è una progettualità capace di valorizzare i vivai. Non si può aspettare la manna dal cielo e che nasca un'altra generazione di fenomeni.