Una festa, uno spettacolo. Genova si stringe attorno al Settebello e la risposta della Nazionale di Campagna è gigante. Di fronte il Montenegro, una delle potenze del Vecchio Continente. L'Italia è maestosa, perfettamente calata nella vasca da 25, aggressiva in difesa, fluida in attacco. Prendiamo le misure in avvio, lasciando qualche buco in cui si infila la classe di Ivovic, dilaghiamo dal secondo tempo in avanti. Solo l'ultimo quarto è pari, la partita segna un divario pesante, 16-8 Italia al termine, e condanna il Montenegro, ora lontanissimo dal primo posto nel girone occupato dalla Croazia, aritmeticamente qualificata dopo il successo per 15-9 sulla Francia.
Pochi secondi e l'Italia è già avanti, Gitto punisce il Montenegro, l'Italia segna tre volte, con Luongo e Renzuto che mantengono gli azzurri sempre avanti. I nostri avversari, soffocati, restano in partita grazie a due gemme di Ivovic che fanno imbestialire Campagna. L'approccio è giusto, serve solo limare qualche dettaglio. Il livello cresce nei secondi otto minuti. Fondelli e Busilacchi allargano il divario, Aicardi firma il 7-3, con l'Italia che, in contropiede, colpisce addirittura in inferiorità numerica. Il gol n.8 è un preziosismo di Di Fulvio. Palombella che stordisce Lazovic, portiere di scorta. Ivovic, sconsolato, accoglie la sirena di metà partita come una liberazione.
Il Montenegro segna due volte in rapida successione nel terzo tempo, a quel punto, sul 9-5, Campagna ferma la partita, non vuol concedere nulla. Solo un attimo, perché l'Italia torna a spingere e chiude sul 5-2 il parziale, con due sigilli di Giorgetti. L'ultimo tempo è una passerella, tre reti per parte, al termine applausi e volti convinti. Il Settebello è grande.