Parte bene il fine settimana lungo in Italia del circo bianco. Trascinati dal solito Dominik Paris, gli uomini jet dello sci azzurro non deludono, colgono due podi in due gare (un secondo e un terzo posto) e vedono gli acciaccati in ripresa.
Il ragazzone della Val d'Ultimo è una garanzia: veloce e soprattutto consapevole. Ha la fame insaziabile della gioventù e la voglia dei grandi, tanto da aver dato un giro di volta alla preparazione con più allenamento tecnico e meno manicaretti. Tirato così a lucido e forte di nuova sicurezza sui tracciati più tortuosi, Paris non sta mancando un colpo. Resta l'acuto che Jansrud gli ha finora negato, ma come afferma nelle varie interviste con quel sorrisone espressione di leggerezza e confidenza: "c'è tanto margine".
Se nella discesa obiettivamente la squadra nel complesso deve ancora trovare le misure, in Supergigante non c'è solo Domink. In America erano arrivate le prime avvisaglie, poi in Europa sono giunte le conferme e su una pista molto difficile tra gobbe, cambi di luce e sconnessioni emergono i doloranti Innerhofer e Marsaglia. Il campione olimpico sta crescendo, ogni uscita significa chilometri nelle gambe e miglioramento di condizione. Avrebbe voluto il podio e la delusione per quei 5 centesimi non è stata nascosta, ma il quinto posto vale oro dopo un'estate passata più a riposo che con gli sci ai piedi. Matteo al contrario sperava in una stagione più fluida e si è dovuto arrendere prima a un infortunio al polpaccio poi al mal di schiena, eppure sulla Saslong ha mostrato l'alto livello di competitività raggiunto nella disciplina. Un errore di troppo ha impedito pure per lui un piazzamento tra i primi tre, però il settimo posto a poche settimane dall'ottavo sulla pista dei mondiali guarda lontano, proprio alla Birds of Prey che gli ha regalato la prima vittoria.
L'Italia c'è, a prescindere da qualche passaggio a vuoto dell'uno o dell'altro, come successo oggi ad Heel e Fill. E l'Italia c'è anche come organizzazione, capace di metter su un evento straordinario malgrado le temperature miti e la poca neve. Ora tocca alla Gran Risa e a Madonna di Campiglio, due tappe che non hanno bisogno di presentazioni: gigantisti e slalomisti sono in cerca di riscossa, stimolati dai colleghi e da quell'aria di casa che odora di orgoglio. A pochi giorni dal Natale, una buona prestazione sarebbe un bel regalo da mettere sotto l'albero.