Nella tappa di Levi, dopo l'esordio stagionale a Soelden, i grandi favoriti Shiffrin e Hirscher escono sconfitti nella specialità prediletta: ritorna di gran carriera Tina Maze e si afferma prepotentemente l'astro nascente del circuito maschile Henrik Kristoffersen. La squadra italiana piena di dubbi e punti interrogativi rialza la cresta dopo periodi mesti e riabbraccia i veterani Manuela Moelgg, Giuliano Razzoli, Cristian Deville e Patrick Thaler, capaci di prestazioni convincenti, nonché coccola i giovani Sarah Pardeller e Riccardo Tonetti.
Su una pista tradizionalmente poco amica e con la nebbia sempre minacciosa, la scelta di rifinire la preparazione della vigilia sulle vicine nevi svedesi paga e i nostri portacolori esprimono una sciata solida e consistente, che permette affondi, rimonte e conferme. Nel fine settimana dei vecchietti, Thaler (5°) ribadisce lo status di alfiere dei pali stretti dopo il 4° posto di Coppa l'anno passato, mentre un Razzoli simil-Vancouver (12°) supera il mese a rilento per un'infiammazione al tendine rotuleo e Deville agguanta un 13° posto dopo un periodo di magra che lo ha obbligato ad una partenza col numero 70. Al di là del piazzamento, lusinghiero e confortante, tutti, compreso Tonetti (17°), appaiono tecnicamente pronti, registrando una svolta pure mentale, quando spesso la paura e il timore di inforcate o uscite impedivano il giusto equilibrio con l'istinto e il rischio. Svolta ben evidente anche nelle donne, dove Manuela (12°) risale con impeto dal pettorale numero 52 e Sarah (15°) attacca con decisione.
Purtroppo viene a mancare il più atteso, l'apporto di Stefano Gross (21°), il quale confidava in un inizio al pari del finale di stagione scorsa e invece cade vittima di vecchi fantasmi: il fassano si perde soprattutto nella prima manche quando, nel muro dove avrebbe dovuto fare la differenza, soffre le prime scanalature sulla pista e accusa decimi di ritardo. Colpito dal mal di schiena a pochi giorni dalla gara e mai brillante sui tratti pianeggianti, lo slalom a Levi doveva essere un prova di riscaldamento, un buon viatico in cui limitare i danni, ma l'intento non si è realizzato a pieno e resta qualche perplessità.
Lo staff tecnico ha raccolto nei primi impegni indicazioni positive e attende ora la continuità che significherebbe vitalità di un movimento e ricambio in corso. Perché con la vecchia guardia in auge e giovani leve ambiziose è possibile effettivamente seminare, quindi crescere. E' indubbio, tuttavia, che servirà pure l'acuto prima o poi e considerata l'alto tasso di qualità della concorrenza non sarà semplice. I riscontri comunque sono incoraggianti e con pazienza e lungimiranza lo sci azzurro sarà probabilmente di nuovo protagonista non solo come valore di squadra ma pure come talento individuale.